SEO

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Dic

Disavow SEO: guida all’uso

Che cos’è il disavow nella SEO?

Nella SEO, il disavow è il processo di dire ai motori di ricerca di ignorare determinati backlink al tuo sito web quando calcolano il ranking della tua pagina. Ciò viene fatto utilizzando lo strumento Disavow, che è uno strumento di Google Search Console che consente ai proprietari di siti web di inviare un elenco di backlink che desiderano vengano ignorati da Google. Si tratta di una funzione avanzata che dovrebbe essere utilizzata solo se si ritiene che i backlink di bassa qualità o innaturali stiano danneggiando il posizionamento del sito web nei risultati di ricerca.

In sostanza, il disavow indica a Google: “So che questi link esistono e puntano al mio sito, ma ti prego di non considerarli quando determini l’autorevolezza del mio sito”. In teoria, ciò aiuta a proteggere il tuo sito dalle penalità associate a schemi di link tossici o innaturali.

Tuttavia, è importante notare che il disavow non è un proiettile d’argento. Google afferma ancora che nella maggior parte dei casi non è necessario utilizzarlo, poiché il suo algoritmo è in grado di distinguere tra link buoni e cattivi. Il disavow è quindi un’opzione di riserva per i casi in cui un sito web non riesce a rimuovere i link dannosi attraverso altri mezzi.

Come funziona lo strumento disavow e quando usarlo

Lo strumento Disavow di Google è una funzione avanzata di Search Console che consente ai proprietari di siti web di comunicare a Google quali backlink ignorare durante la valutazione del profilo di link del sito. Ciò è particolarmente utile quando un sito è stato preso di mira da SEO negativa o quando è stato coinvolto in schemi di link che violano le linee guida per i webmaster di Google.

Ecco come funziona:

  1. Invio di un file Disavow: L’utente carica un file di testo che elenca gli URL o i domini che desidera vengano ignorati da Google.
  2. Elaborazione da parte di Google: Google riceve il file e, nel corso di diverse settimane, lo elabora e lo integra nei suoi dati di indicizzazione.
  3. Ignorare i link: Quando l’algoritmo di Google incontra i link contrassegnati, scarta il loro valore nel calcolo del ranking. In sostanza, tratta questi link come se fossero “nofollow”, anche se non lo sono.

Quando usare lo strumento Disavow:

  • Azione manuale: Se hai ricevuto un’azione manuale da parte di Google a causa di link innaturali che puntano al tuo sito.
  • SEO negativa: Se il tuo sito è vittima di un attacco SEO negativo in cui sono stati creati numerosi link di spam che puntano al tuo sito.
  • Link di bassa qualità dopo un audit: Dopo un audit dei backlink, se scopri molti link di bassa qualità o spam che non riesci a rimuovere manualmente.
  • Misure preventive (con cautela): Alcuni SEO utilizzano il disavow in modo preventivo se temono una penalizzazione futura, ma ciò dovrebbe essere fatto solo con estrema cautela e da esperti SEO esperti.

È fondamentale ricordare che Google suggerisce che la maggior parte dei siti non ha bisogno di utilizzare lo strumento Disavow. Il suo algoritmo è diventato molto abile nell’identificare e ignorare i link di spam senza che sia necessario un intervento manuale. L’uso improprio dello strumento Disavow può potenzialmente danneggiare il ranking del tuo sito se vengono ignorati link effettivamente utili.

Disavow di Google: quanto ci mette a fare effetto

Quando un file disavow viene caricato su Google Search Console, Google lo processa e lo integra nella sua coda di scansione. Tecnicamente, Google non rimuove fisicamente i link disconosciuti dal suo indice, ma aggiunge un’annotazione interna che indica di non considerarli nel calcolo del ranking. Il tempo necessario affinché le modifiche abbiano effetto può variare da qualche giorno a diverse settimane, poiché dipende dalla frequenza con cui Googlebot esegue la scansione dei siti che contengono i link disconosciuti e dalla rielaborazione del grafo dei link. Non esiste un modo per verificare direttamente se un link è stato “disconosciuto” con successo, perché Google non fornisce un feedback specifico per ogni URL. Tuttavia è possibile verificare se la proprietà è stata verificata su Google Search Console. Il tool disavow accetterà solo le proprietà verificate. Inoltre, i webmaster possono monitorare le tendenze generali del ranking e del traffico organico del proprio sito, tenendo presente che gli effetti del disavow sono solo uno dei tanti fattori che influenzano il posizionamento. In sostanza, il processo di disavow è una sorta di “richiesta” a Google, e mentre il motore di ricerca generalmente rispetta queste richieste, non offre una garanzia assoluta né un feedback istantaneo sul loro stato di elaborazione.

Come trovare lo strumento disavow di search console e quali tool usare

Lo strumento Disavow era precedentemente situato all’interno di Google Search Console, ma è stato spostato nella sezione separata delle proprietà di Google Search Console. Ecco come trovarlo:

  1. Vai alla pagina dello strumento Disavow: Puoi accedere direttamente allo strumento Disavow tramite questo link: https://search.google.com/search-console/disavow-links.
  2. Seleziona la proprietà: Ti verrà richiesto di selezionare la proprietà del tuo sito web (dominio) per la quale desideri inviare il file disavow.

Strumenti per la scoperta dei backlink da utilizzare:

Prima di poter disconoscere i backlink, devi identificarli. Ecco alcuni strumenti che possono aiutarti in questo compito:

  • Google Search Console: GSC stesso fornisce un elenco di backlink al tuo sito web nella sezione chiamata “LINK”. Anche se potrebbe non mostrare tutti i backlink, è un buon punto di partenza, in particolare perché proviene direttamente da Google.

  • Ahrefs: uno strumento SEO molto popolare che offre un’analisi approfondita del profilo di backlink, incluso il rilevamento di link tossici.
  • SEMrush: un altro strumento SEO completo con una potente funzione di audit dei backlink che aiuta a individuare i link potenzialmente dannosi.
  • Moz Link Explorer: Moz offre uno strumento di analisi dei backlink che fornisce un punteggio di spam, aiutando a identificare i link di bassa qualità.
  • Majestic: questo strumento è specializzato nell’analisi dei backlink e offre metriche come Trust Flow e Citation Flow, che possono aiutare a valutare la qualità dei link.

Consiglio: è consigliabile utilizzare una combinazione di questi strumenti per ottenere una panoramica completa del tuo profilo di backlink. Confrontare i dati provenienti da più fonti ti aiuterà a prendere decisioni più informate su quali link disconoscere.

Come identificare backlink tossici per disavow

Identificare i backlink tossici è una parte cruciale del processo di disavow. Ecco una guida passo passo su come individuare i backlink potenzialmente dannosi che potrebbero richiedere il disavow:

  1. Utilizzare strumenti di audit dei backlink: come menzionato in precedenza, utilizza strumenti come Ahrefs, SEMrush, Moz Link Explorer, Majestic o Google Search Console per ottenere un elenco completo dei tuoi backlink.
  2. Cercare schemi sospetti:
    • Un gran numero di link da siti di bassa qualità: Un picco improvviso di backlink da siti web di scarsa qualità o non correlati può essere un segnale di allarme.
    • Testo di ancoraggio troppo ottimizzato: Molti backlink con lo stesso testo di ancoraggio ricco di parole chiave possono sembrare innaturali e manipolativi.
    • Link da directory di articoli di bassa qualità o da farm di link: I siti che esistono principalmente per pubblicare articoli di bassa qualità con link in uscita sono spesso dannosi.
    • Link da siti non pertinenti o in lingua straniera: A meno che tu non abbia un pubblico globale, i link da siti in lingue diverse o con contenuti completamente non correlati possono essere sospetti.
    • Link da siti penalizzati o deindicizzati: Se un sito di collegamento è stato penalizzato o rimosso dall’indice di Google, è probabile che sia di bassa qualità.
  3. Analizzare le metriche di qualità dei link:
    • Basso Domain Authority (DA) o Domain Rating (DR): Sebbene non sia l’unico indicatore, un DA o DR sistematicamente basso per i siti di collegamento può essere un segnale di avvertimento.
    • Alto punteggio di spam: Strumenti come Moz Link Explorer forniscono un “punteggio di spam” che indica la probabilità che un sito sia penalizzato.
    • Basso Trust Flow o Citation Flow: Le metriche di Majestic possono aiutarti a valutare la qualità e l’affidabilità di un sito di collegamento.
  4. Controllare la pertinenza e il contesto:
    • Il link è contestualmente pertinente al tuo contenuto?
    • Il sito di collegamento è pertinente alla tua nicchia o al tuo settore?
    • Il link fornisce valore ai visitatori del sito di collegamento?
  5. Cercare segni di SEO negativa:
    • Picchi improvvisi e innaturali nel numero di backlink.
    • Un gran numero di link da siti non correlati o di spam.
    • Testo di ancoraggio sospetto o dannoso (ad esempio, parole chiave per adulti o farmaci).

Se un backlink presenta uno o più di questi segnali di allarme, è probabile che sia tossico e dovrebbe essere preso in considerazione per il disavow.

Come creare File txt per strumento disavow

Creare il file di testo per lo strumento Disavow è un processo semplice, ma richiede attenzione ai dettagli. Il file deve essere in formato .txt e seguire una struttura specifica. Ecco come fare:

  1. Utilizzare un editor di testo semplice: Apri un editor di testo semplice come Blocco note (Windows) o TextEdit (Mac). Non utilizzare un elaboratore di testi come Microsoft Word, in quanto potrebbe aggiungere formattazioni indesiderate.
  2. Elencare gli URL o i domini:
    • Per disconoscere singoli URL: Elenca ogni URL su una riga separata.
    • Per disconoscere un intero dominio: Utilizza la sintassi domain: seguita dal nome del dominio. Ad esempio: domain:example.com.
  3. Aggiungere commenti (facoltativo): Puoi aggiungere commenti al tuo file disavow precedendoli con il simbolo #. I commenti non vengono elaborati da Google, ma possono essere utili per tenere traccia del motivo per cui hai disconosciuto determinati link. Ad esempio:
  1. # Disavow per attacco SEO negativo del 2023-10-27
  2. domain:spam-site-1.com
  3. domain:spam-site-2.com
  4. https://www.spam-site-3.com/spam-page.html
  1. Salvare il file in formato .txt:
    • Vai su “File” -> “Salva con nome”.
    • Scegli un nome file descrittivo, ad esempio “disavow_2023-10-27.txt”.
    • Seleziona “Tutti i file (*.*)” come tipo di file.
    • Assicurati che la codifica sia “UTF-8” (per supportare caratteri non inglesi).
    • Fai clic su “Salva”.
  2. Caricare il file su Google Search Console:
    • Vai allo strumento Disavow: https://search.google.com/search-console/disavow-links
    • Seleziona la tua proprietà.
    • Fai clic su “Carica elenco di esclusione”.
    • Seleziona il file .txt appena creato.
    • Fai clic su “Invia”.

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Rinnegare singole URL e interi DOMINI

Ecco un esempio di come potrebbe apparire un file disavow che disconosce sia singoli URL che interi domini:

# File Disavow per esempio.com – Aggiornato il 2023-10-27

 

# Disavow singoli URL da un attacco SEO negativo

https://www.spam-site-1.com/link-farm/page-123.html

https://www.spam-site-1.com/link-farm/page-456.html

https://www.spam-site-2.com/spam-article-1.html

 

# Disavow interi domini a causa di schemi di link di bassa qualità

domain:spam-domain-1.com

domain:spam-domain-2.com

domain:low-quality-directory.net

 

# Disavow URL con contenuto non pertinente

https://www.unrelated-site.com/page-about-cats.html # Il mio sito riguarda il cibo per cani

 

# Disavow dominio a causa di penalizzazione manuale sospetta

domain:penalized-site.com

Ricorda, in questo esempio:

  • Le righe che iniziano con # sono commenti e vengono ignorate da Google.
  • Le righe che iniziano con domain: disconosceranno tutti i link da quel dominio.
  • Le altre righe disconosceranno i singoli URL specificati.

Ogni quanto monitorare stato backlink tossici e la negative SEO

La frequenza del monitoraggio dei backlink tossici e della SEO negativa dipende da diversi fattori, tra cui la dimensione del tuo sito web, il tuo settore, la tua storia con la SEO negativa e la tua propensione al rischio. Tuttavia, ecco alcune linee guida generali:

  • Monitoraggio regolare:
    • Mensile: Per la maggior parte dei siti web di piccole e medie dimensioni, un controllo mensile dei backlink è in genere sufficiente.
    • Settimanale: Per i siti web più grandi, i siti in settori altamente competitivi o quelli con una storia di SEO negativa, potrebbe essere giustificato un monitoraggio settimanale.
  • Dopo aggiornamenti dell’algoritmo: è consigliabile controllare il profilo di backlink dopo importanti aggiornamenti dell’algoritmo di Google, in quanto questi possono a volte modificare il modo in cui Google valuta i link.
  • Se noti cali di traffico o di ranking:se il tuo sito subisce un improvviso calo di traffico o di ranking, un controllo dei backlink dovrebbe essere una delle tue prime azioni investigative.
  • Dopo un attacco SEO negativo noto: se sei stato vittima di un attacco SEO negativo, dovrai monitorare il tuo profilo di backlink molto più frequentemente (anche quotidianamente) per un certo periodo dopo l’attacco.
  • Utilizzo di strumenti automatizzati: Prendi in considerazione l’utilizzo di strumenti SEO che offrono un monitoraggio automatico dei backlink e avvisi per eventuali cambiamenti sospetti. Questi strumenti possono avvisarti di picchi improvvisi di backlink o di altri segnali di allarme, consentendoti di agire rapidamente.

Confronto tra gli strumenti Disavow di Google e altri motori di ricerca

Mentre Google domina il panorama della ricerca, è importante considerare anche altri motori di ricerca come Bing. Bing offre uno strumento simile chiamato “Disconosci collegamenti”, accessibile tramite Bing Webmaster Tools. La funzionalità di base è analoga: permette ai webmaster di indicare quali link ignorare durante la valutazione del ranking di un sito. Tuttavia, ci sono alcune differenze. Lo strumento di Bing consente di disconoscere link a livello di URL, pagina o intero dominio, offrendo una granularità simile a Google. Una differenza chiave risiede nel fatto che il file disavow di Google è specifico per Google, e quello di Bing è specifico per Bing; è necessario quindi inviare file separati per ciascun motore di ricerca. Inoltre, mentre Google tende a essere più trasparente riguardo alle proprie linee guida, anche se non rivela dettagli specifici degli algoritmi, Bing fornisce meno informazioni pubbliche sul funzionamento interno del suo strumento di disconoscimento. In definitiva, sebbene il principio di base sia lo stesso, i webmaster che si preoccupano della loro visibilità su più motori di ricerca devono gestire separatamente i file disavow per ciascuno di essi.

Conclusione

Il disavow è uno strumento potente nella SEO, ma dovrebbe essere usato con parsimonia e con attenzione. Capire cos’è, come funziona e quando usarlo è cruciale per ogni webmaster che vuole proteggere il proprio sito da link dannosi. Seguendo i consigli di questo saggio, potrai usare lo strumento Disavow con efficacia e mantenere un profilo backlink sano per il tuo sito. Ricorda che la prevenzione e il monitoraggio regolare sono le migliori difese contro i backlink tossici e la SEO negativa.

28
Dic

Analisi sito web: come analizzare la SEO di un sito step by step

Vuoi capire come analizzare la SEO del tuo sito web e migliorarne il posizionamento sui motori di ricerca? Ottimo! Sei nel posto giusto.

In questa guida completa, ti accompagneremo passo dopo passo attraverso le fasi cruciali di un’analisi SEO efficace. Che tu sia un principiante o un esperto, troverai informazioni preziose e consigli pratici per ottimizzare il tuo sito e raggiungere il successo online.

Pronti a partire? Iniziamo!

1. Analisi tecnica del sito: scopri come i motori di ricerca vedono il tuo sito!

Prima di tutto, dobbiamo assicurarci che il tuo sito web sia “digeribile” per i motori di ricerca. Immagina Google come un esploratore che deve mappare il tuo sito: ha bisogno di percorsi chiari, segnali ben definiti e un ambiente accessibile.

Ecco gli aspetti chiave da considerare:

  • Velocità di caricamento: un sito lento frustra gli utenti e penalizza il posizionamento. Utilizza strumenti come PageSpeed Insights per analizzare la velocità e individuare aree di miglioramento.
  • Mobile-friendliness: oggi la maggior parte degli utenti naviga da mobile. Assicurati che il tuo sito sia responsive e offra un’esperienza ottimale su tutti i dispositivi.
  • Struttura del sito: Una struttura chiara e ben organizzata, con una gerarchia di pagine logica, facilita la navigazione degli utenti e dei crawler dei motori di ricerca.
  • Codice pulito e ottimizzato: Un codice HTML e CSS ben scritto e senza errori contribuisce a un caricamento più veloce e a una migliore indicizzazione.
  • Sicurezza (HTTPS): Un certificato SSL è fondamentale per la sicurezza del sito e per la fiducia degli utenti. Google lo considera un fattore di ranking.

2. Crea una sitemap efficace: guida i motori di ricerca alla scoperta di tutte le tue pagine!

La sitemap è come una mappa del tesoro per i motori di ricerca. È un file XML che elenca tutte le pagine del tuo sito, aiutando i crawler a scoprirle e indicizzarle correttamente.

Ecco perché è importante:

  • Migliora l’indicizzazione: Fornisce ai motori di ricerca una panoramica completa del tuo sito, assicurando che nessuna pagina venga trascurata.
  • Facilita la scansione: Indica ai crawler la struttura del sito e la frequenza di aggiornamento delle pagine.
  • Segnala le pagine importanti: Permette di dare priorità alle pagine più rilevanti, come quelle con contenuti nuovi o aggiornati.

Utilizza strumenti online gratuiti per generare la tua sitemap e inviarla a Google Search Console.

3. Costruisci la tua rete di link: ottieni backlink di qualità da siti affidabili!

I backlink sono come dei “voti di fiducia” da parte di altri siti web. Quando un sito autorevole linka al tuo, Google lo interpreta come un segnale di qualità e rilevanza, migliorando il tuo posizionamento.

Ecco come ottenere backlink di valore:

  • Crea contenuti di alta qualità: contenuti informativi, originali e utili attireranno naturalmente link da altri siti.
  • Guest blogging: scrivi articoli per altri blog del tuo settore, includendo link al tuo sito.
  • Partecipa a forum e community: condividi la tua expertise e inserisci link al tuo sito quando rilevante.
  • Promuovi i tuoi contenuti sui social media: più visibilità ottieni, maggiori sono le probabilità di ricevere backlink.

Attenzione: Evita tattiche di link building “black hat” come l’acquisto di link o lo scambio link reciproco. Google penalizza severamente queste pratiche.

4. Ottimizza i tuoi meta tag: scrivi titoli e descrizioni che catturino l’attenzione!

I meta tag sono come il “biglietto da visita” del tuo sito nei risultati di ricerca. Il title tag e la meta description appaiono sotto l’URL e influenzano il click-through rate (CTR), ovvero la percentuale di utenti che cliccano sul tuo link.

Ecco come scriverli in modo efficace:

  • Utilizza parole chiave pertinenti: inserisci le parole chiave per cui vuoi posizionarti, ma in modo naturale e senza esagerare.
  • Scrivi titoli accattivanti: il titolo deve essere chiaro, conciso e invogliare l’utente a cliccare.
  • Crea descrizioni informative: la meta description deve riassumere il contenuto della pagina e incuriosire l’utente.
  • Mantieni la giusta lunghezza: il title tag dovrebbe essere di circa 60 caratteri, la meta description di circa 160 caratteri.

5. Verifica l’efficacia dei tuoi meta tag: assicurati che siano ottimizzati per il tuo pubblico!

Non basta scrivere meta tag, bisogna anche assicurarsi che siano efficaci. Analizza i tuoi meta tag per capire se:

  • Sono ben scritti e privi di errori.
  • Includono le parole chiave giuste.
  • Sono abbastanza accattivanti da generare click.
  • Rispecchiano fedelmente il contenuto della pagina.

Utilizza strumenti di analisi SEO per valutare l’efficacia dei tuoi meta tag e apportare eventuali modifiche.

6. Monitora il tuo posizionamento: scopri dove appari su Google per le parole chiave scelte!

Il monitoraggio del posizionamento è fondamentale per capire se la tua strategia SEO sta funzionando. Tieni traccia delle parole chiave per cui vuoi posizionarti e verifica regolarmente la tua posizione nei risultati di ricerca.

Ecco alcuni strumenti utili:

  • Google Search Console: Offre dati sul rendimento del tuo sito nella ricerca Google, comprese le parole chiave per cui ricevi traffico.
  • Strumenti di analisi SEO: Semrush, Ahrefs e Moz offrono funzionalità avanzate per il monitoraggio del posizionamento e l’analisi della concorrenza.

7. Crea e ottimizza il tuo file robots.txt: controlla l’accesso dei crawler al tuo sito!

Il file robots.txt è un file di testo che indica ai crawler dei motori di ricerca quali pagine del tuo sito possono essere scansionate e indicizzate.

Utilizzalo per:

  • Bloccare l’accesso a pagine non importanti: Come pagine di amministrazione, pagine di login o pagine con contenuti duplicati.
  • Evitare sovraccarichi del server: Impedendo ai crawler di accedere a risorse non necessarie.
  • Migliorare l’efficienza della scansione: Concentrando l’attenzione dei crawler sulle pagine più importanti.

8. Verifica l’originalità dei tuoi contenuti: assicurati che i tuoi testi siano unici e di valore!

I contenuti duplicati sono un grave problema per la SEO. Google penalizza i siti che presentano contenuti copiati da altre fonti.

Assicurati che i tuoi testi siano:

  • Originali: scritti da te o da un copywriter professionista.
  • Informativi e di valore: fornisci informazioni utili e approfondite al tuo pubblico.
  • Ben scritti e privi di errori: un testo curato e ben strutturato è più facile da leggere e indicizzare.

Utilizza strumenti di plagiarism checker per verificare l’originalità dei tuoi contenuti.

9. Analizza il tuo profilo backlink: scopri chi ti linka e la qualità dei link ricevuti!

Non tutti i backlink sono uguali. Alcuni link sono più “preziosi” di altri, in base all’autorità del sito che li fornisce e alla rilevanza del contesto.

Analizza il tuo profilo backlink per:

  • Identificare i link di bassa qualità: Link provenienti da siti spam o irrilevanti possono danneggiare il tuo posizionamento.
  • Scoprire nuove opportunità di link building: analizzando i backlink dei tuoi competitor, puoi individuare siti web che potrebbero linkare anche al tuo.
  • Monitorare l’andamento nel tempo: verifica se la tua strategia di link building sta producendo risultati.

10. Ottimizza la struttura dei link interni: migliora la navigazione e l’esperienza utente!

I link interni sono link che collegano diverse pagine all’interno del tuo sito web. Una buona struttura di link interni:

  • Migliora la navigabilità: Rende più facile per gli utenti trovare le informazioni che cercano.
  • Distribuisce l’autorità: I link interni aiutano a distribuire il “link juice” dalle pagine più autorevoli a quelle meno forti.
  • Migliora l’indicizzazione: Facilita la scansione del sito da parte dei crawler.

Utilizza parole chiave pertinenti nel testo di ancoraggio dei link interni per migliorare la SEO.

11. La lunghezza conta: scrivi contenuti completi e ottimizzati per la SEO!

La lunghezza ideale di un testo per la SEO dipende da diversi fattori, come l’argomento, il pubblico e la concorrenza. In generale, però, è meglio puntare su contenuti completi e approfonditi.

Ecco alcuni consigli:

  • Rispondere alle domande degli utenti: Fornisci informazioni esaustive e soddisfa le esigenze del tuo pubblico.
  • Utilizzare parole chiave in modo naturale: Inserisci le parole chiave principali e secondarie nel testo, ma senza forzature.
  • Strutturare il testo in modo chiaro: Utilizza titoli, sottotitoli, elenchi puntati e immagini per rendere il contenuto più leggibile.

12. Indicizza rapidamente i tuoi contenuti: informa Google dei tuoi aggiornamenti!

Quando pubblichi nuovi contenuti o aggiorni quelli esistenti, è importante segnalarlo a Google. In questo modo, i crawler potranno indicizzare le tue pagine più velocemente.

Ecco come fare:

  • Invia la sitemap aggiornata a Google Search Console.
  • Utilizza la funzione “Richiesta di indicizzazione” in Google Search Console.
  • Condividi i tuoi contenuti sui social media.

Conclusioni

L’analisi SEO è un processo continuo e fondamentale per il successo online del tuo sito web. Seguendo i consigli di questa guida, potrai ottimizzare il tuo sito, migliorare il posizionamento sui motori di ricerca e raggiungere i tuoi obiettivi di business.

Ricorda: la SEO è una maratona, non uno sprint. Sii paziente, costante e concentrati sulla creazione di contenuti di qualità per il tuo pubblico.

Hai domande o dubbi? Lascia un commento qui sotto o contattaci! Il team di SeoAndMarketing.it è a tua disposizione per aiutarti a raggiungere il successo online.

23
Dic

Come ottimizzare i PDF per la SEO e migliorare la visibilità

Tra le miriadi di formati di contenuto disponibili, i file PDF hanno acquisito una posizione unica, fungendo sia da depositari di informazioni dettagliate sia di porta d’accesso ai contenuti organici dei siti. In particolare, l’inclusione dei PDF nei risultati di ricerca di Google ha aperto nuove prospettive per la SEO (Search Engine Optimization), permettendo agli autori di questi documenti di ottimizzarne il posizionamento e di generare maggiore traffico organico. Di seguito, analizzeremo approfonditamente come rendere i PDF più amici dei motori di ricerca, seguendo alcuni consigli strategici.

L’indicizzazione dei PDF da parte di Google

Sì, Google scansiona, elabora e indicizza i file PDF. Questa pratica ha inizio dal 2001 ed ora l’indice di Google comprende centinaia di milioni di questi documenti. La scansione avviene grazie a Googlebot, un bot progettato per rilevare e valutare il contenuto testuale di un PDF, discriminando però in base alla natura del contenuto: se il testo è inserito come immagine, Google si avvale di algoritmi di Riconoscimento Ottico dei Caratteri (OCR) per l’estrazione del testo, aumentando così le possibilità di indicizzazione del documento.

Come indicizzare un PDF:

  1. Apri il tuo PDF in Adobe Acrobat.
  2. Vai alle proprietà del documento: Clicca su “File” > “Proprietà”.
  3. Imposta le impostazioni di sicurezza: Assicurati che le impostazioni di sicurezza permettano ai motori di ricerca di accedere al contenuto del PDF.
  4. Aggiungi metadati: Compila i campi “Titolo”, “Autore”, “Soggetto” e “Parole chiave” con informazioni pertinenti e parole chiave strategiche.
  5. Salva le modifiche: Salva il PDF dopo aver apportato le modifiche alle proprietà.
  6. Invia il PDF a Google Search Console: Per velocizzare l’indicizzazione, invia il tuo PDF a Google Search Console.

Come creare un PDF con indice automatico:

  1. Utilizza un elaboratore di testi: Crea il tuo documento in un elaboratore di testi come Microsoft Word o Google Docs.
  2. Struttura il documento con stili di intestazione: Formatta i titoli delle sezioni con gli stili di intestazione (H1, H2, H3, ecc.).
  3. Genera l’indice: Utilizza la funzione “Inserisci indice” nell’elaboratore di testi per creare automaticamente un indice basato sugli stili di intestazione.
  4. Salva come PDF: Salva il documento come PDF, assicurandoti che l’indice sia cliccabile.

Perché e come creare un indice cliccabile su PDF:

  • Migliora l’esperienza utente: Un indice cliccabile facilita la navigazione all’interno del documento, consentendo agli utenti di trovare rapidamente le informazioni che cercano.
  • Aumenta l’accessibilità: Un indice chiaro e ben strutturato rende il documento più accessibile, in particolare per le persone con disabilità.
  • Favorisce la SEO: I motori di ricerca possono utilizzare l’indice per comprendere la struttura e il contenuto del documento, migliorando l’indicizzazione.

Per creare un indice cliccabile:

  1. Utilizza Adobe Acrobat: Apri il tuo PDF in Adobe Acrobat.
  2. Crea segnalibri: Aggiungi segnalibri per ogni sezione principale del documento.
  3. Collega i segnalibri all’indice: Crea un indice e collega ogni voce all’ corrispondente segnalibro.

Ulteriori consigli:

  • Utilizza un linguaggio chiaro e conciso: L’indice dovrebbe essere facile da capire e da usare.
  • Mantieni l’indice aggiornato: Se apporti modifiche al documento, assicurati di aggiornare anche l’indice.
  • Verifica la funzionalità dell’indice: Assicurati che tutti i collegamenti nell’indice funzionino correttamente.

Ottimizzazione SEO per file PDF

Per assicurare che un PDF sia non solo visibile ma anche ben posizionato nei risultati di ricerca, esistono sei tattiche essenziali che possono fare la differenza:

Scegliere un titolo pertinente ed efficace

Il titolo del PDF svolge un ruolo chiave nell’attirare l’attenzione sia degli utenti che dei motori di ricerca. Incorporare parole chiave rilevanti e termini d’azione nel titolo può aumentare significativamente la findability del documento.

Integrare link interni

Collegamenti ipertestuali a pagine web rilevanti arricchiscono l’esperienza dell’utente, disponendo un percorso di navigazione che affianca e integra il contenuto del PDF, favorendo una conoscenza più approfondita dell’argomento trattato.

Usare i tag di intestazione

Organizzare il contenuto attraverso un adeguato uso dei tag di intestazione (H1, H2, H3) non solo facilita la fruizione del documento da parte dei lettori, ma aiuta anche i motori di ricerca a comprendere la struttura informativa del PDF.

Includere immagini rilevanti

Le immagini pertinenti, corredate da testo alternativo descrittivo, non solo arricchiscono il documento ma contribuiscono anche all’ottimizzazione SEO, migliorando l’accessibilità e l’indicizzazione delle immagini stesse.

Comprimere il documento

I PDF di grandi dimensioni possono rallentare il caricamento della pagina, compromettendo l’esperienza dell’utente. Comprimere il file senza perdere in qualità garantisce un’interazione più fluida.

I limiti dei PDF per il SEO e come superarli

Nonostante i vantaggi in termini di distribuzione di contenuto, i PDF presentano delle sfide sul fronte SEO: testo all’interno di immagini, mancanza di design responsive, interattività limitata, struttura URL complessa e questioni di accessibilità. La soluzione consigliata consiste nel preferire le pagine web in HTML, più flessibili e amichevoli verso i motori di ricerca, rispetto ai documenti PDF.

Ottimizzare i PDF per la SEO rappresenta un’opportunità per ampliare la propria visibilità online. La chiave sta nel bilanciare l’utilizzo strategico di questi documenti con un’architettura web che punti sempre alla massima reperibilità e utilità per l’utente finale. Adoptando le pratiche SEO dedicate e tenendo presente i limiti intrinseci dei PDF, è possibile sfruttare al meglio questo formato senza sacrificare il posizionamento nei motori di ricerca.

21
Dic

Preventivo SEO: come si definisce il prezzo dell’attività di ottimizzazione

Se ti stai chiedendo quali sono i costi SEO da sostenere per migliorare la visibilità del tuo sito web su Google, sei nel posto giusto. Definire un preventivo SEO non è un’operazione banale, in quanto il prezzo finale è influenzato da numerosi fattori. In questo articolo, analizzeremo in dettaglio come si compone un preventivo SEO e quali sono i costi relativi ai diversi servizi SEO. Capire questi aspetti è fondamentale per investire in modo consapevole e ottenere un ritorno sull’investimento (ROI) positivo.

L’obiettivo di qualsiasi campagna SEO (Search Engine Optimization) è aumentare la visibilità organica del tuo sito web nei risultati dei motori di ricerca, portando traffico qualificato e, di conseguenza, aumentando le conversioni (vendite, contatti, iscrizioni, ecc.). Per raggiungere questi obiettivi, è necessario un lavoro strategico e costante, che coinvolge diverse competenze e attività.

Quali sono i fattori che influenzano maggiormente il costo di un servizio SEO?

Il costo di un servizio SEO è variabile e dipende da una serie di fattori, tra cui:

  • Competitività del settore: settori altamente competitivi, con molte aziende che investono in SEO, richiederanno uno sforzo maggiore e, di conseguenza, un investimento più consistente. Le keyword più ambite hanno un costo per click (CPC) più alto nelle campagne SEA e, analogamente, richiedono più lavoro per ottenere un buon posizionamento organico.
  • Stato attuale del sito web: un sito web nuovo o con gravi problemi tecnici richiederà un lavoro di ottimizzazione più approfondito rispetto a un sito già ben strutturato. L’analisi SEO o SEO AUDIT iniziale serve proprio a valutare questi aspetti.
  • Obiettivi di business: obiettivi ambiziosi, come raggiungere la prima posizione per keyword molto competitive o aumentare significativamente il traffico organico in tempi brevi, richiederanno un investimento maggiore.
  • Estensione del progetto: un progetto che include l’ottimizzazione di un elevato numero di pagine, la creazione di molti contenuti e una complessa strategia di link building avrà un costo superiore rispetto a un progetto più circoscritto.
  • Localizzazione Geografica: come detto in precedenza, i costi SEO possono cambiare in base alla zona, per esempio i costi SEO Milano saranno diversi da quelli di altre città, in generale i prezzi variano a seconda che si punti al mercato locale, nazionale o internazionale.
  • Esperienza e competenza del consulente/agenzia SEO: un professionista o un’agenzia con comprovata esperienza e casi di successo alle spalle avrà generalmente tariffe più elevate rispetto a un freelance alle prime armi.

Quanto tempo ci vuole per vedere i risultati di una campagna SEO?

La SEO è un’attività che porta risultati nel medio-lungo termine. La SEO è una maratona. Non aspettarti di vedere un aumento significativo del traffico organico e delle conversioni da un giorno all’altro. Generalmente, i primi risultati tangibili si iniziano a vedere dopo 3-6 mesi dall’inizio dell’attività, ma questo periodo può variare in base a diversi fattori, tra cui:

  • Competitività del settore: in settori molto competitivi, potrebbe essere necessario più tempo per ottenere un buon posizionamento.
  • Stato iniziale del sito web: un sito nuovo o con problemi tecnici richiederà più tempo per essere ottimizzato e indicizzato correttamente dai motori di ricerca.
  • Intensità dell’attività SEO: un’attività SEO più intensa e costante porterà a risultati più rapidi rispetto a un intervento sporadico.
  • Algoritmo di Google: l’algoritmo di Google è in continua evoluzione, e questo può influenzare i tempi necessari per ottenere un buon posizionamento.

È importante diffidare da chi promette risultati immediati e miracolosi. La SEO è un investimento che richiede pazienza e costanza, ma che, se ben gestito, porta a risultati duraturi nel tempo.

Come posso misurare il ROI di un investimento SEO?

Misurare il ritorno sull’investimento (ROI) di una campagna SEO è fondamentale per valutare l’efficacia dell’attività svolta e ottimizzare le strategie future. Ecco alcuni indicatori chiave da monitorare:

  • Traffico organico: un aumento del traffico proveniente dai motori di ricerca è uno dei principali indicatori di successo di una campagna SEO. Puoi monitorare questo dato tramite strumenti come Google Analytics.
  • Posizionamento per le parole chiave: monitora il posizionamento del tuo sito web per le parole chiave strategiche. Un miglioramento del ranking indica che l’attività SEO sta portando i suoi frutti. Anche in questo caso, strumenti di analisi SEO dedicati possono aiutare a monitorare il cambiamento nel tempo.
  • Conversioni: l’obiettivo finale di una campagna SEO è aumentare le conversioni (vendite, contatti, iscrizioni, ecc.). Monitora attentamente il numero di conversioni generate dal traffico organico per valutare l’efficacia dell’investimento.
  • Costo per acquisizione (CPA): calcola il costo sostenuto per acquisire un nuovo cliente tramite la SEO. Un CPA in diminuzione indica un ROI positivo.
  • Valore del cliente (Customer Lifetime Value – CLTV): considera il valore generato da un cliente acquisito tramite la SEO nel lungo periodo.

Combinando questi indicatori, potrai ottenere una visione completa del ROI della tua campagna SEO e apportare le dovute modifiche per ottimizzare ulteriormente i risultati.

Offrite garanzie sui risultati?

Nel mondo della SEO, nessun professionista serio può garantire il raggiungimento di posizioni specifiche sui motori di ricerca o un determinato aumento del traffico organico in tempi certi. Questo perché i risultati dipendono da fattori esterni che non sono completamente sotto il controllo del consulente SEO, come ad esempio gli aggiornamenti dell’algoritmo di Google e le attività dei competitor.

Tuttavia, un consulente SEO professionista può garantire un lavoro svolto con competenza, trasparenza e dedizione, seguendo le best practice del settore e mettendo in campo tutte le strategie necessarie per raggiungere gli obiettivi concordati con il cliente. Inoltre, fornirà report periodici sull’andamento della campagna, mostrando i progressi ottenuti e le eventuali criticità riscontrate.

Diffida da chi offre garanzie assolute sui risultati, in quanto si tratta di promesse irrealistiche che spesso nascondono pratiche scorrette o poco efficaci.

Qual è la differenza tra SEO e SEA (Search Engine Advertising)?

SEO (Search Engine Optimization) e SEA (Search Engine Advertising) sono due strategie di web marketing che puntano ad aumentare la visibilità di un sito web sui motori di ricerca, ma lo fanno in modo differente:

  • SEO: Si concentra sull’ottimizzazione del sito web e dei suoi contenuti per ottenere un posizionamento organico (non a pagamento) nei risultati di ricerca. I risultati della SEO richiedono tempo per manifestarsi, ma sono più duraturi nel tempo.
  • SEA: Consiste nella creazione di annunci a pagamento che vengono visualizzati in cima o in fondo ai risultati di ricerca, contrassegnati dalla dicitura “Annuncio”. Le campagne SEA, come quelle su Google Ads, portano risultati immediati, ma la visibilità ottenuta termina nel momento in cui si interrompe il pagamento degli annunci. I costi di una campagna SEO sono spalmati nel tempo, mentre quelli di una SEA sono concentrati e potenzialmente più alti.

In sintesi:

Caratteristica SEO SEA
Tipo di Traffico Organico (non a pagamento) A pagamento
Tempistica Medio-lungo termine Immediato
Durata Duraturo nel tempo Limitata alla durata della campagna a pagamento
Costi Investimento iniziale e continuativo, ma con costi potenzialmente inferiori nel lungo periodo. Richiede un preventivo SEO su misura Costo per clic (CPC) o per impressioni (CPM), richiede un budget definito
Posizionamento Dipende dall’algoritmo di Google In base all’offerta e alla qualità dell’annuncio
Visibilità Costante, a seconda del posizionamento Solo durante la campagna a pagamento

 

Spesso, una strategia di web marketing efficace prevede l’utilizzo combinato di SEO e SEA, per ottenere risultati sia nel breve che nel lungo termine. Ad esempio, si può utilizzare la SEA per ottenere visibilità immediata mentre si lavora sull’ottimizzazione SEO per un posizionamento organico più stabile.

Esempio Preventivo SEO

Un esempio preventivo SEO potrebbe includere diverse voci, a seconda delle necessità del sito web e degli obiettivi di business. Tra le principali attività da considerare troviamo:

  • Analisi SEO iniziale: Un’analisi approfondita del sito web per identificare punti di forza e di debolezza, analizzare la concorrenza e definire la strategia migliore. Questa fase è cruciale e determina i successivi costi analisi SEO.
  • Keyword Research: Ricerca e selezione delle parole chiave più rilevanti per il tuo business, che saranno poi la base di tutta l’attività di ottimizzazione e dei successivi costi campagne SEO.
  • SEO On-Page: Ottimizzazione dei contenuti, dei tag, della struttura del sito e di altri elementi tecnici per renderlo più appetibile ai motori di ricerca. I costi ottimizzazione SEO on-page sono un investimento essenziale per qualsiasi sito web.
  • SEO Off-Page: Costruzione di una rete di backlink di qualità, che aumentano l’autorevolezza del sito agli occhi di Google, e di conseguenza un parametro da considerare se si vuole stimare i costi SEO sito web.
  • Content Marketing: Creazione di contenuti di valore, ottimizzati per i motori di ricerca e per gli utenti, una voce fondamentale da inserire in un preventivo SEO costi che siano ben ponderati.
  • Monitoraggio e Reportistica: Analisi costante delle performance del sito e dei risultati ottenuti, con report periodici che permettono di monitorare l’andamento della campagna SEO costi e benefici in modo trasparente.

Vediamo ora alcuni modelli di preventivo, che possono variare notevolmente in base all’approccio del consulente SEO e alle esigenze del cliente.

Preventivo SEO a Costo Fisso

Questo modello prevede un costo fisso mensile o annuale per un pacchetto di servizi SEO predefiniti. È adatto a chi desidera un servizio completo e continuativo, con un budget ben definito. Un esempio dei costi SEO per un servizio a costo fisso, possono variare da poche centinaia a diverse migliaia di euro al mese. Per un piccolo sito e-commerce locale, un pacchetto SEO a costo fisso potrebbe partire da 400€ al mese, mentre per un portale internazionale con migliaia di pagine, il costo potrebbe superare i 3000€ mensili.

Preventivo SEO Orario o Giornaliero

Questo modello prevede il pagamento di una tariffa oraria o giornaliera per il lavoro svolto dal consulente SEO. È ideale per progetti specifici o per chi necessita di un intervento mirato su determinati aspetti del sito web, permette di avere un’idea precisa dei costi consulenza SEO. I costi orari di un esperto SEO possono variare in media dai 70€ ai 400€ o più, a seconda dell’esperienza e della competenza.

Pacchetto Preventivo SEO

Simile al costo fisso, ma spesso legato a specifici interventi, come l’ottimizzazione di un numero definito di pagine o la creazione di un determinato numero di backlink. Può essere una soluzione intermedia per chi cerca un servizio specifico ad un prezzo prestabilito, offrendo un equilibrio tra costi posizionamento SEO e risultati ottenuti.

Preventivo SEO Personalizzato

Questo è il modello più flessibile e si basa su un’analisi approfondita delle esigenze del cliente e degli obiettivi di business. Dopo l’analisi iniziale, il consulente SEO propone un piano di azione personalizzato e un preventivo SEO costi su misura. Questo approccio permette di ottenere i migliori risultati possibili, ottimizzando l’investimento in base alle reali necessità, rendendo trasparenti i costi servizi SEO offerti.

Richiedi ora un’Analisi SEO Gratuita e un Preventivo Personalizzato!

Investire nella SEO è un investimento a lungo termine

I costi SEO sono un investimento che, se ben gestito, porta a un aumento significativo della visibilità organica, del traffico qualificato e delle conversioni. Se cerchi una consulenza SEO costi a Milano, non esitare a prenotare una call dedicata.

Scegliere il giusto partner SEO e il modello di preventivo SEO più adatto alle proprie esigenze è fondamentale per il successo di una campagna SEO. I costi SEO da sostenere sono variabili e dipendono dalle azioni da intraprendere, dai costi preventivo SEO inziali a quelli ricorrenti per una campagna SEO. L’importante è diffidare da chi offre soluzioni miracolose a prezzi stracciati, soprattutto su un mercato saturo come quello italiano, i costi della SEO sono un investimento che deve essere fatto con lungimiranza.

Contattaci oggi stesso per una consulenza gratuita e un preventivo SEO personalizzato per il tuo business! Analizzeremo insieme le tue esigenze e definiremo la strategia migliore per raggiungere i tuoi obiettivi online, che sia una indicizzazione SEO o una campagna SEO, abbiamo la soluzione per te.

18
Dic

Ottimizzazione SEO per siti web: il vademecum per far crescere un sito corporate

L’ottimizzazione SEO per siti web aziendali è un insieme di strategie e tecniche fondamentali per aumentare la visibilità online di un’azienda. In un mercato digitale sempre più competitivo, essere presenti nelle prime posizioni dei motori di ricerca, come Google, è cruciale per attrarre traffico qualificato e generare nuove opportunità di business. Questo vademecum offre una guida completa sull’ottimizzazione SEO, fornendo consigli pratici e best practices per far crescere un sito corporate.

SEO Audit: il primo step per capire lo stato di salute del sito

Prima di intraprendere qualsiasi attività di ottimizzazione, è essenziale effettuare un SEO audit completo. Questo processo analitico permette di identificare i punti di forza e le aree di miglioramento del sito web, fornendo una base solida per la strategia SEO. Un SEO audit approfondito considera diversi fattori, tra cui:

  • Analisi tecnica: verifica la velocità di caricamento del sito, la compatibilità mobile, la struttura dell’URL, la presenza di errori 404, la corretta implementazione del file robots.txt, della sitemap XML e la sicurezza HTTPS.
  • Analisi on-page: esamina l’ottimizzazione dei contenuti, l’utilizzo delle parole chiave, la struttura dei tag title e delle meta description, l’ottimizzazione delle immagini, la presenza di contenuti duplicati e l’implementazione dello Schema Markup.
  • Analisi off-page: valuta il profilo di backlink del sito, la reputazione online e la presenza sui social media.

Questo audit iniziale è fondamentale per definire una strategia SEO efficace e mirata, in linea con gli obiettivi aziendali.

Come ottimizzare il sito, i punti chiave

L’ottimizzazione di un sito web per i motori di ricerca richiede un approccio olistico che consideri diversi aspetti. Ecco i punti chiave da tenere in considerazione:

Analytics

L’analisi dei dati è fondamentale per monitorare l’andamento delle attività SEO e apportare eventuali correzioni. Strumenti come Google Analytics e Google Search Console forniscono informazioni preziose sul traffico del sito, le parole chiave utilizzate dagli utenti, le pagine più visitate e altri parametri importanti. È cruciale impostare gli obiettivi di conversione in Google Analytics per misurare il successo delle campagne SEO e segmentare il traffico per analizzare il comportamento di diversi gruppi di utenti.

Web Core Vitals e SEO tecnica

I Web Core Vitals sono un insieme di metriche introdotte da Google per misurare l’esperienza utente di un sito web. Questi parametri, che includono il Largest Contentful Paint (LCP), il First Input Delay (FID) e il Cumulative Layout Shift (CLS), influenzano il posizionamento sui motori di ricerca. Ottimizzare la velocità di caricamento, l’interattività e la stabilità visiva del sito è quindi essenziale per migliorare la SEO tecnica. Per misurare i Web Core Vitals, si possono utilizzare strumenti come PageSpeed Insights e Chrome UX Report. Per migliorare LCP, FID e CLS, si consiglia l’ottimizzazione delle immagini, la riduzione del codice JavaScript e l’uso di CDN.

Identificazione Buyer Persona

Comprendere il proprio pubblico target è fondamentale per creare contenuti pertinenti e ottimizzati. L’identificazione delle buyer persona, ovvero la rappresentazione ideale del cliente tipo, permette di definire le esigenze, i bisogni e i comportamenti degli utenti, guidando la strategia di content marketing e la ricerca di parole chiave.

Analisi Competitori e Intento di Ricerca

Analizzare i competitor permette di comprendere le strategie di successo nel proprio settore e di identificare nuove opportunità. Studiare l’intento di ricerca degli utenti, ovvero il motivo per cui cercano determinate informazioni, è cruciale per creare contenuti che rispondano alle loro esigenze e che si posizionino per le parole chiave corrette.

Ricerca Keywords Organiche per Categoria Merceologia

La ricerca di parole chiave organiche è un processo fondamentale per identificare i termini che gli utenti utilizzano per cercare prodotti o servizi simili a quelli offerti dall’azienda. Questa ricerca deve essere mirata alla categoria merceologica di riferimento e deve considerare sia parole chiave generiche che long-tail keyword, ovvero frasi di ricerca più specifiche. Per la ricerca di keyword, si possono utilizzare strumenti come Google Keyword Planner, SEMrush, SeoZoom e Ahrefs. Per l’e-commerce, è importante considerare keyword transazionali e di prodotto.

CRO e Ottimizzazione CTA su Sito

La Conversion Rate Optimization (CRO) si concentra sull’ottimizzazione del sito web per aumentare il tasso di conversione. L’ottimizzazione delle Call To Action (CTA) è un elemento chiave della CRO. Per ottimizzare le CTA e altri elementi del sito, si può utilizzare il test A/B.

Ecco alcuni esempi di CTA migliori rispetto alle classiche “Scopri di più” e “Contattaci”. Sebbene queste due CTA siano comuni e comprensibili, spesso mancano di specificità e urgenza, elementi chiave per spingere l’utente all’azione. Ecco alcuni esempi di CTA più efficaci, suddivisi per contesto, e la spiegazione del perché funzionano meglio:

Per l’E-commerce:

  • Invece di: “Scopri di più”
  • Meglio: “Acquista Ora e Ricevi la Spedizione Gratuita”, “Aggiungi al Carrello e Ottieni il 10% di Sconto”, “Scopri le Offerte Esclusive”, “Personalizza il Tuo Prodotto”, “Disponibilità Limitata: Ordina Subito”.
    • Perché sono migliori: creano un senso di urgenza (disponibilità limitata), offrono un incentivo (spedizione gratuita, sconto), personalizzano l’esperienza (personalizza il tuo prodotto) o enfatizzano l’esclusività (offerte esclusive). Sono più dirette e orientate all’azione di acquisto.
  • Invece di: “Contattaci”
  • Meglio: “Richiedi un Preventivo Gratuito”, “Chiedi Informazioni sul Prodotto”, “Parla con un Nostro Esperto”, “Hai Bisogno di Aiuto? Contattaci”.
    • Perché sono migliori: specificano il tipo di contatto e il motivo, rendendo l’azione più mirata e meno generica. “Richiedi un preventivo” è molto più efficace per un sito di servizi rispetto a un generico “Contattaci”.

Per la Generazione di Lead (es. iscrizione a newsletter, download di un ebook):

  • Invece di: “Scopri di più”
  • Meglio: “Scarica la Nostra Guida Gratuita”, “Iscriviti alla Newsletter e Ricevi Aggiornamenti Esclusivi”, “Accedi al Webinar Gratuito”, “Ottieni il Tuo Ebook Ora”, “Inizia la Prova Gratuita di 30 Giorni”.
    • Perché sono migliori: offrono un valore concreto in cambio dell’azione (guida, aggiornamenti, webinar, ebook, prova gratuita) e comunicano chiaramente cosa l’utente otterrà.
  • Invece di: “Contattaci”
  • Meglio: “Richiedi una Consulenza Gratuita”, “Parla con un Consulente”, “Prenota una Demo”.
    • Perché sono migliori: indicano un’azione più specifica e professionale rispetto a un semplice “Contattaci”, suggerendo un valore aggiunto per l’utente.

Per Siti Web di Servizi:

  • Invece di: “Scopri di più”
  • Meglio: “Richiedi un Preventivo Personalizzato”, “Visualizza i Nostri Servizi”, “Scopri Come Possiamo Aiutarti”, “Esplora i Nostri Case Study”.
    • Perché sono migliori: Sono più orientate al business e invitano l’utente a compiere un’azione concreta legata al servizio offerto.
  • Invece di: “Contattaci”
  • Meglio: “Prenota un Appuntamento”, “Richiedi un Sopralluogo Gratuito”, “Parla con un Nostro Specialista”.
    • Perché sono migliori: specificano il tipo di contatto e lo rendono più formale e professionale, adatto a contesti di servizi.

Principi generali per CTA efficaci:

  • Chiarezza e Concisenza: La CTA deve essere breve, chiara e facile da capire.
  • Urgenza (quando appropriato): Parole come “Ora”, “Subito”, “Oggi” creano un senso di urgenza.
  • Beneficio: La CTA deve comunicare il valore o il vantaggio che l’utente otterrà compiendo l’azione.
  • Verbi d’azione forti: Utilizzare verbi che invitano all’azione, come “Acquista”, “Scarica”, “Iscriviti”, “Prenota”.
  • Contesto: La CTA deve essere coerente con il contesto della pagina e con l’obiettivo di conversione.
  • Design: La CTA deve essere visivamente evidente, con un colore contrastante e una dimensione adeguata.
  • Test A/B: Testare diverse versioni di CTA per vedere quali funzionano meglio con il proprio pubblico.

In sintesi, una buona CTA non si limita a invitare al contatto o alla scoperta, ma comunica cosa l’utente scoprirà o perché dovrebbe contattare l’azienda, offrendo un valore aggiunto e spingendolo all’azione desiderata.

Consulente SEO per aziende: perché sceglierlo

Un consulente SEO offre un supporto professionale alle aziende che desiderano migliorare la propria visibilità online. Richiedi subito una call.

Content marketing: l’importanza della SEO per blog aziendali

Il content marketing è una strategia fondamentale per la SEO. Un blog aziendale ottimizzato per la SEO può attrarre traffico organico, aumentare la brand awareness e generare lead. Oltre al blog, altri formati di contenuto utili per la SEO includono video, infografiche, podcast e guide. È fondamentale definire una strategia di contenuto ben definita, che tenga conto del target di riferimento, degli obiettivi di business e del funnel di conversione. La link building interna è importante per la navigazione del sito e la distribuzione del “link juice”.

Ottimizzazione SEO per siti realizzati in WordPress, Laravel, Ecommerce, Shopify o custom

L’ottimizzazione SEO può essere applicata a diverse tipologie di siti web, indipendentemente dalla piattaforma utilizzata. Tuttavia, è importante considerare le specificità di ogni piattaforma e utilizzare plugin SEO per siti web non WordPress, se necessario.

SEO Specialist per formazione SEO per aziende

Un SEO specialist può offrire formazione personalizzata alle aziende, fornendo le competenze necessarie per gestire internamente le attività di ottimizzazione.

SEO Tecnica: Approfondimenti

Struttura dei Dati (Schema Markup): Lo Schema Markup fornisce ai motori di ricerca informazioni contestuali sui contenuti. Esempi pratici includono l’utilizzo di Schema.org per articoli, prodotti ed eventi.

  • Internazionalizzazione (hreflang): I tag hreflang indicano le versioni linguistiche di una pagina. Ad esempio: <link rel=”alternate” href=”https://example.com/en” hreflang=”en-US” />.
  • AMP (Accelerated Mobile Pages): AMP velocizza il caricamento delle pagine su mobile.
  • File robots.txt e Sitemap XML: Il robots.txt controlla quali pagine vengono scansionate, mentre la sitemap XML elenca le pagine del sito.
  • Sicurezza (HTTPS): HTTPS protegge la comunicazione tra il browser e il server.

Dopo aver visto i vari step da intraprendere nell’ottimizzazione di un sito web aziendale, vediamo alcuni esempi di possibili ottimizzazione per 3 differenti tipologie di sito con un focus su strategie pratiche e parole chiave pertinenti:

  1. E-commerce Prodotti di Bellezza Donna:
  • Struttura del sito:
    • Categorie chiare: Suddividere i prodotti per tipologia (es. skincare, make-up, capelli), per marca, per tipo di pelle, per ingredienti (es. prodotti vegani, bio).
    • Pagine prodotto dettagliate: Ogni prodotto deve avere una pagina dedicata con:
      • Titolo ottimizzato: Include il nome del prodotto, il brand e una parola chiave rilevante (es. “Siero Viso Anti-età con Acido Ialuronico – Brand X”).
      • Descrizione completa: Descrive i benefici, gli ingredienti, l’utilizzo e i risultati attesi.
      • Immagini di alta qualità: Diverse angolazioni, zoom e, idealmente, video dimostrativi.
      • Recensioni dei clienti: Essenziali per la fiducia e la SEO.
      • Dati strutturati (Schema Markup): Implementare il markup Product per fornire informazioni dettagliate ai motori di ricerca (prezzo, disponibilità, recensioni).
  • Parole chiave:
    • Generiche: “crema viso”, “mascara waterproof”, “rossetto opaco”, “trattamenti anti-età”.
    • Specifiche: “siero viso acido ialuronico pelli mature”, “mascara volumizzante ciglia corte”, “rossetto rosso opaco lunga durata”, “crema contorno occhi anti-rughe bio”.
    • Brand: “nome brand + prodotto” (es. “Siero Viso Brand X”).
    • Long-tail: “migliore crema idratante per pelle secca e sensibile in inverno”, “come applicare il mascara per un effetto ciglia finte”.
  • Esempio di ottimizzazione on-page:
    • URL: www.ecommercebellezza.it/skincare/viso/siero-viso-acido-ialuronico-brand-x
    • Title tag: Siero Viso Anti-età con Acido Ialuronico | Brand X | Acquista Ora
    • Meta description: Scopri il siero viso anti-età di Brand X con acido ialuronico. Riduce le rughe, idrata in profondità e dona luminosità. Spedizione gratuita.
  • Content marketing: Creare guide, tutorial, articoli del blog su argomenti come “cura della pelle”, “consigli di make-up”, “beauty routine”.
  1. Sito Corporate Azienda Tessile:
  • Struttura del sito:
    • Sezioni dedicate: Presentare la storia dell’azienda, i valori, i processi produttivi, le certificazioni, i materiali utilizzati, le collezioni.
    • Focus sulla sostenibilità: Se l’azienda adotta pratiche sostenibili, dedicare una sezione specifica per comunicarlo.
    • Area stampa/news: Aggiornamenti sull’azienda, partecipazioni a fiere, nuove collezioni.
  • Parole chiave:
    • Generiche: “azienda tessile”, “produzione tessuti”, “tessuti made in italy”, “forniture tessili”.
    • Specifiche: “tessuti in cotone biologico”, “tessuti per arredamento contract”, “tessuti jacquard per abbigliamento”, “tessuti tecnici per l’industria”.
    • Materiali: “cotone”, “lana”, “seta”, “lino”.
    • Processi produttivi: “tintura in filo”, “stamperia tessile”, “nobilitazione tessuti”.
  • Esempio di ottimizzazione on-page:
    • URL: www.aziendatessile.it/produzione/tessuti-cotone-biologico
    • Title tag: Tessuti in Cotone Biologico di Alta Qualità | Azienda Tessile Y
    • Meta description: Azienda Tessile Y produce tessuti in cotone biologico certificato GOTS. Scopri la nostra gamma di tessuti eco-friendly per abbigliamento e arredamento.
  • Content marketing: Pubblicare articoli su tendenze del settore tessile, innovazioni nei materiali, processi produttivi sostenibili.
  1. Sito Vetrina Casa Automobilistica Vetture Elettriche:
  • Struttura del sito:
    • Modelli di auto: Pagine dedicate a ogni modello con:
      • Galleria fotografica: Immagini e video di alta qualità.
      • Specifiche tecniche: Dati su autonomia, potenza, tempi di ricarica, consumi.
      • Configuratore: Possibilità di personalizzare l’auto.
      • Test drive: Modulo per prenotare una prova su strada.
    • Tecnologia elettrica: Spiegare i vantaggi della mobilità elettrica, il funzionamento delle batterie, le infrastrutture di ricarica.
    • Sostenibilità: Comunicare l’impegno dell’azienda per l’ambiente.
  • Parole chiave:
    • Generiche: “auto elettriche”, “vetture elettriche”, “mobilità elettrica”, “auto a zero emissioni”.
    • Specifiche: “auto elettrica autonomia 500 km”, “suv elettrico 7 posti”, “berlina elettrica sportiva”, “auto elettrica con ricarica rapida”.
    • Modelli: “nome modello” (es. “Modello Z elettrico”).
    • Long-tail: “quanto costa ricaricare un’auto elettrica a casa”, “vantaggi e svantaggi delle auto elettriche”, “incentivi auto elettriche 2024”.
  • Esempio di ottimizzazione on-page:
    • URL: www.casaautomobilisticaelettrica.it/modelli/modello-z
    • Title tag: Modello Z: Berlina Elettrica Sportiva | Casa Automobilistica Elettrica
    • Meta description: Scopri il Modello Z, la berlina elettrica sportiva con autonomia fino a 600 km e prestazioni eccezionali. Prenota un test drive oggi stesso!
  • Content marketing: Creare guide comparative tra modelli di auto elettriche, articoli su innovazioni tecnologiche nel settore, consigli per la ricarica e la manutenzione delle auto elettriche.

Elementi comuni a tutte le categorie:

  • Ottimizzazione mobile: Assicurarsi che il sito sia perfettamente responsive e offra un’ottima esperienza di navigazione su dispositivi mobili.
  • Velocità del sito: Ottimizzare le immagini, utilizzare la cache e un CDN per migliorare i tempi di caricamento.
  • Link building: Acquisire link di qualità da altri siti web pertinenti.
  • SEO local (se applicabile): Ottimizzare la scheda Google My Business e utilizzare parole chiave geolocalizzate.
  • Analisi e monitoraggio: Utilizzare Google Analytics e Google Search Console per monitorare le performance e apportare le necessarie ottimizzazioni.

Consulente SEO per aziende: perché sceglierlo

Un consulente SEO offre un supporto professionale alle aziende che desiderano migliorare la propria visibilità online. Richiedi subito una call.

16
Dic

Come migliorare la SEO aziendale con gli articoli LinkedIn

Ottimizzare articoli su LinkedIn in ottica SEO non è solo una strategia di branding, ma una vera opportunità per aumentare la visibilità organica su Google, Bing e altri motori di ricerca. Grazie alla sua alta authority, LinkedIn offre un grande vantaggio competitivo per posizionarsi nelle SERP. In questa guida scoprirai come sfruttare al massimo LinkedIn SEO per creare contenuti efficaci e visibili.

Cosa sono gli articoli LinkedIn?

Gli articoli LinkedIn sono contenuti estesi che possono essere pubblicati direttamente dal tuo profilo personale o aziendale. A differenza dei post brevi, gli articoli consentono di approfondire argomenti complessi e di includere una maggiore quantità di testo, immagini e link.

Perché scegliere gli articoli LinkedIn per la SEO?

  • Visibilità organica: LinkedIn è un sito ad alta authority, quindi i suoi contenuti possono facilmente posizionarsi nelle prime pagine di Google.
  • Raggiungere un pubblico mirato: gli articoli LinkedIn sono distribuiti alla tua rete professionale, garantendo un’alta probabilità di intercettare il target corretto.
  • Durata nel tempo: mentre i post LinkedIn hanno una durata limitata in termini di visibilità, gli articoli rimangono attivi e rintracciabili a lungo termine.

Come sfruttare LinkedIn per la sua authority in ottica SEO

LinkedIn è uno dei domini con maggiore authority nel panorama digitale, e questo si traduce in un vantaggio strategico per la SEO. Contenuti ottimizzati sulla piattaforma hanno maggiori probabilità di apparire nelle SERP per parole chiave pertinenti.

Esempi di parole chiave strategiche:

  • LinkedIn SEO optimization
  • SEO per LinkedIn
  • LinkedIn articles SEO
  • LinkedIn SEO tools

Scopri Linkedin Marketing Lab: il tuo partner strategico per il successo su LinkedIn

 

Come sfruttare l’authority di LinkedIn?

  • Inserisci parole chiave rilevanti nel titolo e nel corpo dell’articolo.
  • Crea collegamenti tra il tuo articolo LinkedIn e altri contenuti sul tuo sito o su altre piattaforme.
  • Utilizza immagini ottimizzate e descrizioni alt con parole chiave.

Gli articoli LinkedIn si posizionano anche sulle SERP di Google, Bing e motori di ricerca AI?

Assolutamente sì! Grazie all’ottimizzazione, gli articoli LinkedIn possono ottenere visibilità non solo sulla piattaforma stessa, ma anche su motori di ricerca esterni. Un articolo ben strutturato può posizionarsi su Google per parole chiave specifiche, attirando traffico organico e aumentando l’autorità del tuo profilo aziendale.

Come creare un articolo LinkedIn in ottica SEO

Creare un articolo LinkedIn ottimizzato SEO richiede una combinazione di strategia, scrittura efficace e cura dei dettagli tecnici. Ecco come farlo.

Checklist per creare un articolo LinkedIn SEO-friendly

Titolo (H1): scegli un titolo accattivante, ricco di parole chiave. Ad esempio: “Come migliorare la SEO aziendale con gli articoli LinkedIn”.
Paragrafi e sottotitoli (H2, H3): organizza il contenuto in sezioni logiche con sottotitoli chiari e ottimizzati.
Contenuto di valore: scrivi un testo che risponda alle esigenze del lettore e includa le LinkedIn SEO keywords in modo naturale.
Immagini e infografiche: usa immagini di qualità con descrizioni alt pertinenti per migliorare l’engagement e l’ottimizzazione SEO.
Call to Action (CTA): concludi con un invito all’azione chiaro e specifico, come: “Vuoi vedere i tuoi articoli LinkedIn in cima a Google? Richiedi subito una strategia SEO personalizzata.”

Scopri Linkedin Marketing Lab: il tuo partner strategico per il successo su LinkedIn

Esempio pratico: Articolo LinkedIn ottimizzato

Titolo: “LinkedIn SEO: Come ottenere più visibilità su Google con i tuoi articoli”
Struttura H2 e H3:

  • H2: Perché gli articoli LinkedIn sono importanti per la SEO?
  • H2: Come ottimizzare il contenuto per Google e Bing
  • H3: Inserire parole chiave nei punti strategici (titolo, meta description, URL)
    Body Content: Approfondimenti con dati e statistiche, come:
    “In base a recenti studi, il 91% dei contenuti LinkedIn non è ottimizzato per la SEO, ma bastano piccole modifiche per aumentare il traffico organico del 300%.”

Dove si posizionano gli articoli ottimizzati?

Gli articoli ottimizzati per SEO possono apparire:

  1. Nella ricerca interna di LinkedIn: inserendo parole chiave nei titoli e nei tag.
  2. Sulle SERP di Google e Bing: per query specifiche come “LinkedIn SEO tips” o “SEO per LinkedIn”.
  3. Nelle SERP dei motori di ricerca AI: sfruttando contenuti ben strutturati e ottimizzati per rispondere a domande frequenti.

Elabora domande che stimolano curiosità

Stimolare la curiosità del lettore è fondamentale per aumentare l’engagement. Ecco alcune domande da inserire nei tuoi articoli:

  • “Sai che gli articoli LinkedIn possono posizionarsi su Google?”
  • “Ti sei mai chiesto perché i tuoi articoli non ottengono visualizzazioni?”
  • “Vuoi sapere come LinkedIn può aiutarti a migliorare il traffico del tuo sito web?”

Ottimizzare per la lettura su mobile

Il 70% degli utenti accede a LinkedIn da dispositivi mobili, quindi è essenziale ottimizzare i tuoi articoli per una lettura facile e scorrevole.

Consigli pratici per la lettura su mobile:

  • Mantieni i paragrafi brevi (2-3 frasi).
  • Usa elenchi puntati o numerati per migliorare la leggibilità.
  • Inserisci immagini ottimizzate per caricamenti rapidi.

 

Creare articoli LinkedIn ottimizzati è un passo fondamentale per aumentare la visibilità del tuo brand su Google e Bing, attirare nuovi clienti e consolidare la tua presenza online. Con i suggerimenti di questa guida, puoi trasformare i tuoi contenuti in strumenti di marketing efficaci e ben posizionati.

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11
Dic

Come fare SEO su Amazon: guida all’ottimizzazione delle schede prodotto e Amazon Brand Store

Nel macrocosmo degli ecommerce Amazon rappresenta la stella polare. Come in tutti gli eshop la posizione di un prodotto all’interno dei marketplace riveste un ruolo cruciale nel determinarne il successo commerciale ma tra questi, Amazon spicca come una delle piattaforme di vendita online più influenti al mondo, rendendo l’ottimizzazione SEO delle schede prodotto e degli Amazon Brand Store per i suoi motori di ricerca non solo una pratica consigliata, ma una necessità imperativa per i venditori che aspirano a massimizzare la visibilità dei loro prodotti.

Amazon e SEO: l’importanza della visibilità nella ricerca di prodotti

La ricerca di prodotti su Amazon si è trasformata in un’attività quotidiana per milioni di consumatori globali alla ricerca di una vasta gamma di articoli. Per questo motivo Amazon, colosso indiscusso dell’e-commerce, ha sviluppato il proprio algoritmo, noto come A10, per ottimizzare la ricerca interna e favorire i venditori che meglio rispondono ai criteri stabiliti, tra cui la pertinenza e la conversione di vendita dei prodotti. Per competere efficacemente su Amazon, i venditori devono quindi comprendere i principi di Amazon SEO e applicarli strategicamente per migliorare il posizionamento dei loro prodotti nei risultati di ricerca.

Strategie e strumenti per una SEO efficace su Amazon

Per massimizzare la visibilità su Amazon è fondamentale utilizzare una serie di tecniche e strumenti specifici. Tra questi, spiccano:

  • l’A+ Content, per arricchire le pagine prodotto con informazioni dettagliate,
  • Helium 10, software che identifica le parole chiave più performanti.
  • Listing Quality Dashboard e i Prodotti Sponsorizzati su Amazon Seller Central rappresentano risorse preziose per migliorare le inserzioni e promuoverle efficacemente,
  • Manage Your Experiment è uno strumento che offre la possibilità di testare variazioni di immagini, titoli e descrizioni per ottimizzare le conversioni.

Ottimizzazione dei contenuti e posizionamento strategico

Le parole chiave, sia a coda corta che lunga, giocano un ruolo essenziale nell’ottimizzazione SEO, permettendo ai prodotti di emergere tra i milioni presenti sulla piattaforma. Allo stesso modo, la qualità delle immagini prodotto e la definizione di un prezzo competitivo contribuiscono in modo significativo al successo delle vendite. È inoltre cruciale fornire descrizioni dettagliate e benefiche, mantenendo uno stile di scrittura chiaro, persuasivo e accurato.

SEO su Amazon: consigli pratici ed errori comuni

Per avere successo con la SEO su Amazon, è necessario evitare la ripetizione eccessiva delle parole chiave e concentrarsi sulla qualità delle informazioni fornite. La strategia dovrebbe includere l’uso di Fulfillment by Amazon (FBA) e il posizionamento strategico dei prodotti sponsorizzati. In parallelo, è fondamentale evitare errori comuni quali la gestione inefficiente dell’inventario, l’assenza di una strategia SEO coerente e aggiornata, e l’incuranza nella ricerca sui concorrenti.

 L’importanza della velocità di vendita e il tasso di conversione sulla SEO

L’algoritmo di Amazon premia i prodotti che mostrano un’elevata “velocità di vendita”, ovvero la quantità di denaro generata dalle vendite nel tempo. In aggiunta, il tasso di conversione, ossia la percentuale di visitatori che effettivamente acquistano il prodotto, rappresenta un altro fattore critico. Questi due parametri insieme forniscono ad Amazon un’indicazione chiara della popolarità e dell’affidabilità di un prodotto, influenzandone il ranking nei risultati di ricerca.

Elementi di un elenco prodotto ottimizzato

Per capitalizzare questi meccanismi, i venditori devono curare gli elementi visibili “sopra la piega” della pagina del prodotto – immagini di alta qualità, titoli dettagliati e informativi, varianti del prodotto, e altri aspetti visibili senza dover scrollare. Allo stesso tempo, elementi “sotto la piega”, come descrizioni dettagliate, offerte speciali, e recensioni, giocano un ruolo fondamentale nel convincere l’utente all’acquisto.

Migliorare il proprio elenco su Amazon richiede un approccio a 360 gradi che include l’uso strategicamente di immagini, titoli di prodotti ottimizzati, accumulo di recensioni positive, un pricing competitivo, e l’adozione di strategie quali la vendita Prime e la conservazione della Buy Box. Inoltre, è fondamentale offrire una varietà di varianti del prodotto, mantenere l’inventario sempre disponibile, e monitorare attentamente le recensioni per rimanere al passo con le esigenze e i desideri dei consumatori.

Come fare SEO su Amazon Brand Store: best practices 

Amazon Brand Store rappresenta un’opportunità unica per i brand di promuovere i propri prodotti in uno spazio personalizzato all’interno della piattaforma. Tuttavia, per massimizzare la visibilità e aumentare le vendite, è fondamentale ottimizzare il proprio store seguendo le migliori pratiche SEO specifiche per Amazon.

  1. Scegliere le parole chiave giuste

La ricerca delle parole chiave è il primo passo per ottimizzare un Amazon Brand Store. Usa strumenti come Amazon Keyword Tool o analizza i termini di ricerca più utilizzati dai clienti nel tuo settore. Integra le keyword principali nei titoli, nelle descrizioni e nelle sezioni dei tuoi prodotti.

  1. Ottimizzare i titoli delle sezioni

Le sezioni dello store possono fungere da categorie che organizzano i tuoi prodotti. Assicurati che i titoli delle sezioni siano descrittivi e includano parole chiave rilevanti. Ad esempio, anziché “I nostri prodotti”, usa titoli come “Scarpe da corsa leggere” o “Accessori per la casa ecologici”.

  1. Creare contenuti di alta qualità

Descrizioni chiare e persuasive aumentano il tempo di permanenza dei visitatori sul tuo Brand Store, migliorando il ranking. Includi contenuti che raccontano la storia del brand, i benefici dei prodotti e i motivi per cui i clienti dovrebbero scegliere te.

  1. Utilizzare immagini e video ottimizzati

Le immagini e i video di alta qualità non solo migliorano l’esperienza dell’utente, ma possono anche influenzare positivamente la SEO del tuo Brand Store. Assicurati che i nomi dei file e i tag siano ottimizzati con parole chiave pertinenti.

  1. Collegare lo Store ai prodotti

Inserisci collegamenti strategici tra le sezioni dello Store e le schede prodotto. Questo migliora la navigazione e permette agli utenti di scoprire più facilmente il tuo catalogo completo.

  1. Analizzare le prestazioni

Amazon fornisce strumenti analitici che mostrano il traffico e il comportamento degli utenti sul tuo Brand Store. Usa questi dati per identificare le sezioni più performanti e ottimizzare quelle che generano meno interazioni.

Come Ottimizzare le Schede Prodotto su Amazon: best practices

  1. Ottimizza il Titolo del Prodotto

Il titolo è uno degli elementi più importanti per il ranking su Amazon. Segui queste best practice:

  • Includi le parole chiave principali all’inizio.
  • Specifica dettagli importanti come marca, modello, dimensioni, colore e quantità.
  • Mantieni un formato chiaro e leggibile, ad esempio: “Tazza Termica da Viaggio 500ml – Acciaio Inox – Colore Nero – Anti-Perdita”.
  1. Usa Immagini di Alta Qualità

Le immagini giocano un ruolo cruciale nel convincere i clienti a effettuare l’acquisto. Segui queste linee guida:

  • Utilizza foto professionali e ad alta risoluzione.
  • Mostra il prodotto da diverse angolazioni.
  • Includi immagini che mostrano l’utilizzo del prodotto nel contesto reale.
  1. Descrizioni e Bullet Point Efficaci

La descrizione e i bullet point devono essere chiari, informativi e persuasivi.

  • Nei bullet point, evidenzia i vantaggi principali del prodotto, come funzionalità, materiali e compatibilità.
  • La descrizione lunga deve includere le parole chiave secondarie, raccontare una storia o spiegare perché il prodotto è utile e unico.
  • Usa un linguaggio semplice e rivolto ai benefici per il cliente.
  1. Ottimizza le Parole Chiave

Amazon utilizza un motore di ricerca interno, l’A9, che favorisce le schede con parole chiave pertinenti.

  • Esegui una ricerca sulle parole chiave utilizzando strumenti come Helium 10 o Jungle Scout.
  • Inserisci le parole chiave nel titolo, nei bullet point, nella descrizione e nei termini di ricerca backend.
  1. Sfrutta le Recensioni e le Valutazioni

Le recensioni positive migliorano sia il posizionamento che il tasso di conversione:

  • Incentiva i clienti a lasciare recensioni dopo l’acquisto.
  • Rispondi prontamente alle recensioni negative per mostrare attenzione al cliente.
  1. Utilizza Contenuti A+

Se sei un venditore registrato nel Brand Registry, puoi aggiungere contenuti A+ alle tue schede:

  • Includi immagini personalizzate, grafici e descrizioni approfondite.
  • Racconta la storia del tuo brand per costruire fiducia.
  1. Ottimizza il Prezzo e Offerte

Il prezzo gioca un ruolo chiave nel posizionamento. Offri prezzi competitivi e utilizza promozioni, come sconti o offerte a tempo, per aumentare le conversioni.

  1. Monitora le Performance

Utilizza gli strumenti di analisi di Amazon per monitorare il traffico, il tasso di conversione e le vendite. Apporta modifiche regolari per migliorare i risultati.

Seguendo questi passaggi, potrai ottimizzare le tue schede prodotto su Amazon, aumentare la visibilità nei risultati di ricerca e migliorare le vendite. Non dimenticare che l’ottimizzazione è un processo continuo: testa, analizza e adatta la tua strategia per rimanere competitivo.

Oltre l’ottimizzazione: pubblicità e promozioni

Per un impatto ancora maggiore, i venditori possono anche ricorrere a campagne pubblicitarie pay-per-click (PPC) su Amazon e utilizzare servizi di lancio e siti web di offerte per generare rapidamente vendite e aumentare ulteriormente la visibilità del prodotto. Ogni azione intrapresa deve comunque rispettare le linee guida di Amazon, evitando pratiche quali l’inserimento di parole chiave fuorvianti o informazioni inaccurate.

Perché è importante fare SEO su Amazon

Navigare con successo nel complesso mondo della SEO su Amazon richiede conoscenza, strategia e una costante attenzione alle dinamiche del mercato. Ottimizzare il tuo Amazon Brand Store con tecniche SEO non solo migliora la visibilità dei tuoi prodotti, ma aumenta anche il coinvolgimento degli utenti e le conversioni. Investire tempo nella creazione di un Brand Store efficace e ben ottimizzato è una strategia vincente per affermarsi su Amazon.

 

7
Dic

Cos’è l’AEO (Answer Engine Optimization) e come sfruttarla per aumentare il traffico del proprio sito

L’Answer Engine Optimization (AEO) è una strategia emergente nel panorama del marketing digitale che si concentra sull’ottimizzazione dei contenuti per rispondere in modo diretto alle domande degli utenti. In un’era in cui gli utenti richiedono risposte rapide e precise, l’AEO diventa un’opportunità fondamentale per migliorare la visibilità online, aumentare il traffico e soddisfare le esigenze informative dei consumatori. Vediamo come questa disciplina si inserisce nel contesto evolutivo della SEO, come applicarla efficacemente e quali sono le sue potenzialità.

Cosa è l’Answer Engine Optimization?

L’AEO è un approccio innovativo che mira a ottimizzare i contenuti per fornire risposte dirette alle query degli utenti. Questa metodologia si distingue per la sua capacità di allinearsi con i comportamenti di ricerca moderni, assicurando che le informazioni aziendali si posizionino come risposte dirette alle domande online. A differenza della tradizionale ottimizzazione per i motori di ricerca (SEO), l’AEO punta a rispondere a intenti specifici dell’utente, migliorando la soddisfazione e mantenendo il contenuto pertinente e prezioso.

Differenze rispetto al SEO tradizionale

Mentre la SEO si concentra sulla visibilità di ampie gamme di parole chiave, l’AEO si dedica a fornire risposte dirette, concentrando gli sforzi sui formati di risposta rapida come gli snippet in evidenza e i risultati di ricerca vocale. Gli answer engines si avvalgono di AI e processamento del linguaggio naturale per interpretare le intenzioni degli utenti e fornire informazioni concise e pertinenti, differenziandosi sostanzialmente dai motori di ricerca tradizionali.

Le funzionalità degli Answer Engines

Gli answer engines fanno uso di intelligenza artificiale e processamento del linguaggio naturale avanzati per interpretare le intenzioni degli utenti, spostando il focus dalle ricerche basate su parole chiave a query conversazionali o vocali. Ciò include tanto i bot AI generativi, che interagiscono in modo simile agli umani, quanto gli assistenti vocali AI, che rispondono a domande formulate verbalmente, facilitando l’accesso alle informazioni in modo mani libere.

Strategie chiave per l’implementazione dell’AEO

L’implementazione efficace dell’AEO richiede una comprensione approfondita del proprio pubblico e l’organizzazione adeguata dei dati. Le strategie essenziali includono la ricerca di parole chiave orientate alle query degli utenti, l’adozione di markup strutturato per i dati, e l’ottimizzazione dei contenuti per la ricerca vocale. Scrivere contenuti di alta qualità che indirizzino direttamente le domande degli utenti con precisione e chiarezza, utilizzando un markup strutturato per migliorare la rappresentazione dei contenuti nei motori di risposta, e adattare i testi a uno stile conversazionale, possono notevolmente accrescere la visibilità online.

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Costruire fiducia e autorità

Ottimizzando i contenuti per l’AEO, i marchi possono posizionarsi come leader di pensiero, incrementando la fiducia e l’autorità nel proprio settore. Questo processo implica non solo un miglioramento nell’engagement e nel traffico organico ma anche nella percezione generale del marchio presso il pubblico.

Monitorare e rifinire le performance dell’AEO

Per mantenere l’efficacia delle strategie AEO nel tempo, è cruciale monitorare metriche chiave come il traffico organico, i tassi di click-through (CTR), e i livelli di engagement. Attraverso l’analisi continua delle prestazioni e l’aggiustamento dei contenuti per allinearli con i comportamenti e le preferenze degli utenti, le aziende possono garantire che le loro strategie di AEO rimangano rilevanti ed efficaci.

I dati strutturati e il Knowledge Graph: pilastri dell’AEO

Uno degli elementi cruciali dell’AEO è l’uso dei dati strutturati. I dati strutturati sono un tipo di markup che consente ai motori di ricerca di comprendere meglio il contenuto delle pagine web, facilitando la presentazione delle informazioni in un formato che può essere facilmente utilizzato dagli Answer Engines. I dati strutturati possono essere utilizzati per identificare e formattare risposte a domande frequenti, recensioni, eventi e molto altro. Inserendo correttamente questi dati nelle pagine web, le aziende possono aumentare le probabilità di apparire nei rich snippets e nei caroselli di risposta diretta sui risultati di ricerca.

Il Knowledge Graph, un altro elemento essenziale, è una base di dati utilizzata da Google per comprendere meglio le relazioni tra concetti, entità e oggetti. Quando un utente cerca una query, Google attinge a questo grafico per restituire risposte più accurate e contestualizzate. Le aziende che ottimizzano i loro contenuti per il Knowledge Graph possono migliorare significativamente la loro visibilità nei risultati di ricerca, apparendo in box di informazioni utili che rispondono direttamente alle domande degli utenti.

I Risultati Zero: come dominare la SERP con l’AEO

I Risultati Zero (o Featured Snippets) sono uno degli aspetti più evidenti dell’AEO. Si tratta di risposte dirette e concise che appaiono in cima alla pagina dei risultati di ricerca, sopra i link organici tradizionali. Questi risultati, che spesso includono risposte a domande frequenti o definizioni, vengono estratti dalle pagine web ottimizzate correttamente, offrendo una risposta immediata e visibile agli utenti. Le pagine che appaiono come Risultato Zero ottengono in media un aumento significativo del traffico organico, poiché la posizione prominente nel SERP attira più clic.

Per raggiungere questi risultati, è fondamentale ottimizzare i contenuti in modo che possano essere selezionati come risposte dirette. Utilizzare un linguaggio chiaro e conciso, rispondere a domande specifiche e strutturare i contenuti con elenchi puntati, tabelle e paragrafi brevi è essenziale per aumentare le probabilità di comparire nei Featured Snippets.

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Le domande frequenti degli utenti: rispondere al bisogno di informazione immediata

Le domande frequenti (FAQ) sono un altro aspetto chiave per l’AEO. Gli utenti cercano risposte specifiche a domande precise, e le FAQ sono un formato ideale per soddisfare queste richieste. Creare sezioni FAQ ottimizzate, che rispondano direttamente ai dubbi più comuni degli utenti, può non solo migliorare la user experience ma anche favorire il posizionamento nei risultati di ricerca vocali o nelle risposte dirette. Inoltre, l’inserimento di risposte concisi e mirate in formato FAQ aumenta la possibilità di essere inclusi nei featured snippets, offrendo così un duplice vantaggio: migliorare la visibilità e rispondere alle necessità dell’utente.

 

L’innovazione nella SEO: perché l’AEO è fondamentale per il futuro della ricerca online

Negli ultimi anni, la SEO ha subito un cambiamento radicale. L’introduzione dell’intelligenza artificiale, l’adozione del processamento del linguaggio naturale (NLP) e l’evoluzione delle ricerche vocali hanno trasformato il modo in cui gli utenti cercano informazioni online. Se un tempo era sufficiente ottimizzare le pagine web per parole chiave specifiche, oggi è fondamentale concentrarsi sull’intento dell’utente e sulla capacità di fornire risposte immediate. L’AEO rappresenta questa evoluzione, rispondendo alle sfide poste dalla ricerca conversazionale e vocale.

Gli Answer Engines, che includono strumenti come Google Assistant, Siri e Alexa, sono sempre più in grado di rispondere a domande formulate in modo naturale, semplificando l’accesso alle informazioni. Ottimizzare i contenuti per rispondere a queste query vocali diventa essenziale per posizionarsi come fonte autorevole e accessibile. Le aziende che adottano strategie AEO possono non solo migliorare il loro posizionamento nei risultati di ricerca, ma anche accrescere la loro visibilità su queste piattaforme intelligenti.

Strategie per implementare l’AEO: dalla ricerca alle azioni concrete

Per implementare l’AEO in modo efficace, le aziende devono seguire una serie di strategie chiave. In primo luogo, è fondamentale fare una ricerca approfondita sulle query degli utenti. Comprendere le domande che gli utenti pongono frequentemente nel proprio settore permette di creare contenuti mirati che rispondano direttamente a queste richieste.

In secondo luogo, è importante utilizzare markup strutturato per migliorare la comprensione dei contenuti da parte dei motori di ricerca. L’adozione di schema.org e altri linguaggi di markup aiuta a rendere i contenuti “comprensibili” per i motori di ricerca, favorendo l’inclusione nei risultati di risposta diretta e nei rich snippets.

Infine, la creazione di contenuti di alta qualità che rispondano alle domande specifiche degli utenti è essenziale. Scrivere in modo chiaro e conciso, mantenendo una struttura logica e includendo i giusti tag H2 e H3, aumenta le possibilità di dominare i risultati di ricerca. Inoltre, l’ottimizzazione per la ricerca vocale e la formulazione dei contenuti in uno stile conversazionale sono passi necessari per capitalizzare sull’AEO.

Monitorare e ottimizzare le performance: un processo continuo

L’AEO, come la SEO tradizionale, non è una strategia statica, ma richiede un monitoraggio continuo delle performance. Le metriche da tenere sotto controllo includono il traffico organico, il tasso di clic (CTR), la posizione nei featured snippets e il coinvolgimento degli utenti. Utilizzando strumenti come Google Search Console e Google Analytics, le aziende possono analizzare le query che portano traffico al loro sito e ottimizzare ulteriormente i contenuti per rispondere meglio alle esigenze degli utenti. In questo modo, è possibile garantire che le strategie AEO rimangano efficaci nel tempo, adattandosi ai cambiamenti nei comportamenti di ricerca e nelle tendenze degli utenti.

L’AEO, una strategia imprescindibile per il futuro digitale

Come abbiamo visto, l’Answer Engine Optimization è una risposta alle nuove esigenze degli utenti di internet, sempre più orientati a trovare risposte rapide, concise e precise. L’AEO si differenzia dalla SEO tradizionale per l’orientamento all’intento dell’utente e alla ricerca conversazionale, rappresentando una strategia fondamentale per le aziende che desiderano migliorare la loro visibilità e il loro traffico organico. Adottando le giuste tecniche di AEO, è possibile ottenere una posizione di leadership nelle SERP, rispondendo in modo efficace alle domande degli utenti e costruendo fiducia e autorità nel proprio settore.

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3
Dic

Come gestire tag canonical su ecommerce nei parametri di ricerca dello shop

La gestione dei tag canonical è essenziale per evitare problemi di contenuti duplicati negli e-commerce. Soprattutto quando i parametri di ricerca generano URL distinti per la stessa pagina, una strategia efficace può migliorare l’indicizzazione e preservare il valore SEO delle pagine principali. In questa guida vedremo cos’è un canonical, dove inserirlo, esempi pratici e come utilizzare Google Search Console per ottimizzarne l’implementazione.

Cos’è il tag/rel canonico?

Il tag canonical, o “canonical link tag”, è un elemento HTML utilizzato per indicare ai motori di ricerca quale URL rappresenta la versione principale di una pagina. Questo aiuta a consolidare il ranking SEO e a evitare che i contenuti duplicati influiscano negativamente sulla visibilità di un sito.

Perché è importante il tag canonical?

  1. Evita contenuti duplicati: negli e-commerce, i filtri e i parametri di ricerca spesso creano molteplici URL per lo stesso contenuto.
  2. Consolida il ranking: i motori di ricerca attribuiscono l’autorità alla pagina canonica, migliorandone il posizionamento.
  3. Migliora l’indicizzazione: indica chiaramente ai motori di ricerca quale URL preferire, riducendo la confusione e ottimizzando il crawl budget.

Il tag canonical, per prima cosa, permette di dire a Google quale versione di una pagina si preferisce venga mostrata nei risultati di ricerca. Immaginate di avere pagine molto simili tra loro; indicizzarle tutte potrebbe creare confusione. Specificare un URL canonico aiuta a veicolare gli utenti direttamente alla versione più pertinente e aggiornata della pagina.

Semplificare il monitoraggio delle metriche

Un vantaggio pratico non meno importante è la semplificazione nella raccolta di metriche e dati analitici. Avere più URL per lo stesso contenuto può complicare significativamente la misurazione della performance di una pagina. L’unificazione dei dati attraverso un singolo URL canonico rende molto più agevole il monitoraggio del rendimento e l’analisi delle metriche.

Evitare scansioni inutili dei contenuti duplicati

Dall’ottica del sito web, indicare un URL canonico consente di ottimizzare l’uso delle risorse di crawling da parte di Googlebot. Evitare che il robot di Google perda tempo con pagine duplicate significa liberare risorse affinché possa concentrarsi su contenuti nuovi o aggiornati, migliorando così l’indice complessivo del sito.

Dove inserire rel canonical?

Il rel canonical va aggiunto nella sezione <head> di ogni pagina HTML. Può essere implementato tramite:

  • Codice HTML manuale: Utile per configurazioni personalizzate.
  • Piattaforme CMS: Come Shopify o WordPress, che spesso includono strumenti per gestire i tag canonical.
  • Server-side: Per automatizzare l’inserimento tramite script lato server.

Best practice:

  • Usa URL assoluti: Specifica l’intero percorso dell’URL, inclusi protocollo e dominio.
  • Evitare errori logici: Non utilizzare tag canonical puntati verso pagine non correlate o inesistenti.
  • Consistenza dei protocolli: Assicurati di indicare HTTPS se il sito lo utilizza.

Esempio di implementazione manuale:

<link rel=”canonical” href=”https://www.tuosito.com/prodotto-xyz” />

 

Best practice per l’uso degli URL canonici

Per assicurarsi che la pratica di specificare una pagina canonica sia efficace, è fondamentale aderire alle best practice raccomandate dagli esperti. Ecco alcuni punti essenziali da ricordare:

  • Evitare l’uso del file robots.txt per la canonicalizzazione.
  • Non usare lo strumento per le rimozioni URL di Google per nascondere versioni di una pagina.
  • Assicurarsi di non indicare URL diversi come canonici per la stessa pagina usando metodi differenti.
  • Sconsigliato usare il tag noindex su pagine da considerarsi canoniche; piuttosto, usare le annotazioni rel=canonical.
  • Quando si inseriscono elementi hreflang, è cruciale specificare un URL canonico coerente con la lingica della pagina o la lingua sostitutiva più appropriata.
  • Infine, è bene utilizzare consistentemente l’URL canonico quando si linkano pagine all’interno del proprio sito.

 

Esempio tag canonical: vantaggi e svantaggi per varie tipologie di ecommerce

Ogni e-commerce presenta configurazioni diverse. Nella tabella seguente analizziamo i vantaggi e gli svantaggi dell’uso del tag canonical in diverse tipologie di shop.

 

Tipo di e-commerce Esempio scenario Vantaggi Svantaggi
Marketplace multivenditore Stessa scheda prodotto visibile in diversi negozi Consolidamento del ranking su un’unica pagina principale. Complessità nella gestione centralizzata del canonical.
Evita contenuti duplicati tra venditori.
Shop con filtri avanzati Filtri per colore, taglia, prezzo Riduce la proliferazione di URL duplicati. Rischio di canonicalizzare pagine con contenuti utili per gli utenti.
Migliora il crawl budget del sito.
E-commerce internazionale Versioni dello stesso sito per lingue/regioni diverse Utilizzato insieme a hreflang, aiuta a gestire i contenuti duplicati tra domini regionali. Richiede attenzione nella configurazione per evitare conflitti con hreflang.
Evita penalizzazioni per duplicazione transnazionale.
E-commerce con molti prodotti Migliaia di SKU con URL simili Assicura che il traffico SEO venga indirizzato alla pagina principale del prodotto. Necessita di aggiornamenti continui per nuovi prodotti o pagine non più disponibili.
Shopify URL generate automaticamente dal CMS Shopify facilita l’implementazione automatica del canonical su URL di prodotto principali. Non sempre consente personalizzazioni avanzate senza modificare il tema.
WordPress con WooCommerce Pagine di categoria e parametri di filtro Estensioni come Yoast SEO automatizzano la gestione. Può richiedere competenze tecniche per configurazioni specifiche.
Migliora il posizionamento delle categorie principali.

 

Individuare pagina alternativa con tag canonical appropriato in Search Console

Google Search Console è uno strumento indispensabile per monitorare e ottimizzare il corretto utilizzo del tag canonical. Segui questi passaggi per identificare e risolvere problemi relativi alle pagine alternative con canonical non appropriati:

1. Accedi al rapporto di copertura

  • Vai nella sezione Copertura di Google Search Console.
  • Cerca avvisi relativi a “Pagina alternativa con tag canonical appropriato” o “Alternate page with proper canonical tag”.

2. Analizza i dettagli

  • Per ogni URL segnalato, verifica quale pagina è indicata come canonica.
  • Controlla che la pagina canonica scelta sia pertinente e funzionante.

3. Risolvere i problemi

  • Errore comune: Canonical che punta a una pagina 404 o a una pagina sbagliata.
  • Soluzione: Modifica il tag canonical nel codice HTML o tramite il CMS.

4. Utilizza lo strumento di ispezione URL

Verifica i singoli URL segnalati:

  • Inserisci l’URL nella barra di ricerca in Search Console.
  • Clicca su “Visualizza pagina indicizzata” per controllare il canonical rilevato da Google.

Individuare una pagina duplicata senza URL canonico selezionato in Search Console

Per identificare una Pagina duplicata senza URL canonico selezionato in Google Search Console:

1. Accedi alla sezione Copertura

cerca tra gli avvisi relativi allo stato delle pagine. Questa indicazione segnala che il motore di ricerca ha rilevato contenuti duplicati ma non è stato definito un tag canonical per specificare quale URL debba essere considerato principale.

2. Analizza i dati

Per analizzare i dettagli, clicca sull’URL segnalato e utilizza lo strumento di Ispezione URL. Qui puoi verificare se Google ha scelto autonomamente un canonical e confrontarlo con l’intento del tuo sito.

3. Risolvere gli errori e verifica

In caso di errore, aggiorna il codice HTML aggiungendo un tag canonical appropriato o configura il CMS per gestire automaticamente queste situazioni. Infine, verifica nuovamente gli aggiornamenti tramite Search Console per assicurarti che i problemi siano risolti.

 

Esempi pratici: tag canonical per e-commerce

1. Shopify

In Shopify, i tag canonical sono implementati automaticamente per i prodotti. Tuttavia, per gestire pagine di collezioni o filtri, potrebbe essere necessario personalizzarli.

Esempio di codice:

html <link rel=”canonical” href=”https://www.tuosito.com/collezione/primavera” />

2. WordPress (WooCommerce)

Con plugin come Yoast SEO versione Premium, puoi configurare tag canonical per categorie, prodotti e persino pagine filtro.

Una volta andato sul tab Advanced della sidebar laterale del plugin, puoi gestire il canonical come indicato qui sotto

Strumenti utili per la gestione del canonical

  • Canonical Tag Checker: verifica la presenza e la correttezza dei canonical.
  • Ahrefs e SEMrush: Identifica contenuti duplicati che richiedono canonical.
  • Google Search Console: Analizza eventuali errori relativi alle pagine alternative con canonical.

Perché gestire il canonical

Una gestione ottimale del tag canonical è cruciale per la SEO degli e-commerce. Attraverso un’implementazione attenta, puoi consolidare l’autorità delle tue pagine principali, migliorare l’esperienza utente e massimizzare la visibilità sui motori di ricerca. Monitora costantemente il tuo sito tramite strumenti come Google Search Console e adatta la strategia in base ai cambiamenti del tuo shop.

25
Nov

Guida completa agli Headings SEO: cosa sono e come utilizzarli per un contenuto SEO ottimizzato

Gli headings SEO, o titoli, sono elementi fondamentali in HTML e SEO. Servono a strutturare i contenuti di una pagina web e a indicare gerarchicamente le sezioni principali e secondarie di un testo. Un uso corretto degli headings migliora sia la leggibilità per gli utenti che il posizionamento sui motori di ricerca.

Cosa sono gli headings (H1, H2, H3, ecc.)

Gli headings sono tag HTML che indicano titoli e sottotitoli di una pagina. Vanno da <h1> a <h6>, con il tag <h1> che rappresenta il titolo principale della pagina e <h6> che identifica i titoli meno rilevanti.

Cosa significano i tag H1, H2, H3?

  • H1: il titolo principale di una pagina, che descrive in modo chiaro e conciso il contenuto complessivo.
  • H2: i sottotitoli principali che dividono la pagina in sezioni chiave.
  • H3: ulteriori sottotitoli all’interno delle sezioni, che suddividono i contenuti degli H2 in sotto-sezioni.

Esempi di significato

  • H1: “Guida completa agli Headings HTML”
    • È il titolo principale, unico, e rappresenta il focus centrale del contenuto.
  • H2: “Cosa sono gli headings?”
    • Introduce una sezione chiave del testo che spiega gli headings.
  • H3: “Definizione tecnica di un heading”
    • Ulteriormente dettagliata rispetto all’H2, entra nel merito della terminologia.

Gerarchia degli headings

La struttura degli headings segue un’organizzazione gerarchica, simile a una piramide. Gli headings di livello superiore (H1) contengono quelli di livello inferiore (H2, H3, ecc.). Ecco una struttura corretta:

  1. H1: deve essere unico per ogni pagina e descrivere chiaramente il contenuto complessivo.
  2. H2: sottotitoli principali, utili per dividere il testo in macro-sezioni.
  3. H3: sotto-sezioni degli H2, per approfondire singoli argomenti.
  4. H4 – H6: ulteriori suddivisioni, usate raramente.

Esempio di gerarchia corretta:

<h1>Guida completa agli Headings HTML</h1>

<h2>Cosa sono gli headings?</h2>

<h3>Definizione tecnica di un heading</h3>

<h3>Perché sono importanti per la SEO</h3>

<h2>Come strutturare gli headings in una pagina</h2>

<h3>La gerarchia: H1, H2, H3</h3>

<h3>Consigli pratici per ottimizzare i titoli</h3>

<h2>Esempi pratici per diverse tipologie di contenuti</h2>

<h3>Articolo di blog</h3>

<h3>Pagina prodotto</h3>

<h3>Landing page</h3>

Ruolo degli Headings nella SEO On-Page

Gli headings non sono solo elementi visivi utili per organizzare il contenuto di una pagina, ma svolgono un ruolo cruciale nella SEO on-page. Ecco come influenzano il posizionamento sui motori di ricerca:

  1. Struttura e scansione del contenuto:
    I motori di ricerca utilizzano gli headings per comprendere la gerarchia del contenuto. Un’organizzazione ben definita permette a Google di “scansionare” più facilmente la pagina e di individuare i concetti principali.
  2. Aumento della rilevanza delle parole chiave:
    Includere parole chiave principali e correlate negli headings rafforza la loro importanza per i motori di ricerca, migliorando il posizionamento.
  3. Snippet e risultati di ricerca:
    Gli headings ben strutturati possono essere utilizzati nei featured snippets (i riquadri in evidenza su Google), aumentando la visibilità della pagina e il traffico organico.

SEO e Mobile-First Indexing

Con l’implementazione del mobile-first indexing, Google valuta prima la versione mobile di un sito per determinare il posizionamento. Questo rende ancora più importante una corretta struttura degli headings:

  • Esperienza utente mobile-friendly: Gli headings suddividono il contenuto in blocchi leggibili su dispositivi mobili, migliorando l’usabilità.
  • Performance del sito: Una gerarchia chiara e una struttura ben organizzata riducono il tempo di permanenza su una sezione non rilevante, aiutando a mantenere bassi i tassi di abbandono (bounce rate).

Quanti H1, H2, H3 utilizzare?

H1

  • Quanti: Solo uno per pagina.
  • Perché: È il titolo principale, quindi deve essere unico e ben mirato.
  • Consigli: Deve includere la parola chiave principale e comunicare immediatamente il tema del contenuto.

H2

  • Quanti: Dipende dalla lunghezza del contenuto. Generalmente, ogni macro-sezione dovrebbe avere il proprio H2.
  • Perché: Servono a organizzare il testo in blocchi logici.
  • Consigli: Utilizza parole chiave secondarie per migliorare la rilevanza SEO.

H3

  • Quanti: Quanti sono necessari per suddividere gli H2. Non esistono limiti, ma devono mantenere una struttura logica.
  • Perché: Aiutano a rendere il contenuto più leggibile e ad approfondire argomenti specifici.
  • Consigli: Usa sinonimi e varianti delle parole chiave principali per un’ottimizzazione semantica.

H4-H6

  • Quanti: Usali solo se il contenuto è molto complesso e necessita di ulteriori livelli di suddivisione.
  • Perché: Sono utili in contesti specifici come manuali tecnici o articoli accademici.

Come impostare correttamente l’HTML per gli headings

Un uso corretto degli headings prevede che siano usati solo per organizzare il contenuto, senza confonderli con lo stile grafico. Lo stile può essere gestito tramite CSS, non attraverso l’uso improprio dei tag HTML.

Esempio HTML corretto per gli headings

Guida agli Headings HTML

Guida completa agli Headings HTML

Cosa sono gli headings?

Gli headings sono tag HTML utilizzati per strutturare il contenuto.

Definizione tecnica

Il tag heading è rappresentato da <h1>, <h2>, ecc.

Come strutturare una pagina con gli headings

La gerarchia degli headings

Gli headings vanno usati in ordine decrescente.

Esempi di utilizzo per diverse tipologie di articoli

1. Articolo di Blog

<h1>Come coltivare un orto biologico</h1>
<h2>Perché scegliere un orto biologico</h2>
<h3>Benefici per la salute</h3>
<h3>Impatto sull'ambiente</h3>
<h2>Come iniziare</h2>
<h3>La scelta del terreno</h3>
<h3>Semine consigliate</h3>

2. Pagina Prodotto

<h1>Smartphone XYZ - Specifiche tecniche e recensioni</h1>
<h2>Caratteristiche principali</h2>
<h3>Display e risoluzione</h3>
<h3>Prestazioni</h3>
<h2>Recensioni dei clienti</h2>

3. Landing Page

<h1>Iscriviti al nostro corso di Marketing Digitale</h1>
<h2>Cosa imparerai</h2>
<h3>SEO e Content Marketing</h3>
<h3>Social Media Management</h3>
<h2>Perché sceglierci</h2>
<h3>Esperti del settore</h3>
<h3>Supporto continuo</h3>

 

Headings e Accessibilità

Oltre alla SEO, gli headings svolgono un ruolo fondamentale nell’accessibilità dei siti web, migliorando l’esperienza per utenti con disabilità:

  1. Navigazione tramite screen reader
    Gli headings permettono ai lettori di schermo di comprendere la struttura della pagina e di passare rapidamente da una sezione all’altra.
  2. Esperienza utente inclusiva
    Una corretta gerarchia rende il contenuto più chiaro e facile da navigare anche per chi utilizza tecnologie assistive.

Headings e Content Strategy

Gli headings non devono essere considerati isolatamente, ma come parte integrante di una strategia di contenuto efficace:

  1. Rispondere al search intent
    Ogni heading dovrebbe rispondere a una specifica domanda o bisogno dell’utente, in linea con le query di ricerca. Ad esempio:

    • H2: “Cosa sono gli headings HTML?” risponde a una query informativa.
    • H3: “Come gli headings migliorano il posizionamento SEO?” approfondisce l’intento educativo.
  2. Suddivisione logica
    Utilizzare gli headings per suddividere il contenuto in argomenti principali e secondari migliora l’esperienza utente e favorisce una lettura più scorrevole.

Errori Comuni nell’uso degli Headings

Ecco gli errori più frequenti da evitare quando si lavora con gli headings:

  1. Più H1 in una pagina
    Un errore comune è utilizzare più di un H1. Ricorda, il tag H1 deve essere unico e rappresentare il titolo principale della pagina.
  2. Salto di livelli
    Passare da un H1 direttamente a un H3, saltando l’H2, compromette la gerarchia e confonde i motori di ricerca.
  3. Headings usati solo per estetica
    Gli headings devono essere utilizzati per organizzare il contenuto, non per applicare stili grafici. Usa il CSS per gestire l’aspetto.
  4. Contenuto incoerente rispetto all’heading
    Gli headings devono essere descrittivi e rappresentare accuratamente il contenuto che segue. Un titolo fuorviante può penalizzare sia l’utente che il ranking.

Consigli su come scrivere headings accattivanti

Gli headings non devono essere solo ottimizzati per i motori di ricerca, ma anche coinvolgenti per gli utenti. Ecco alcuni suggerimenti:

  1. Usa domande:
    • Es.: “Come gli headings HTML migliorano la SEO?”
      Le domande stimolano la curiosità dell’utente e lo spingono a leggere.
  2. Includi numeri:
    • Es.: “5 modi per ottimizzare gli headings SEO”
      I numeri trasmettono un senso di ordine e di immediatezza.
  3. Adotta un linguaggio diretto:
    Scegli un tono chiaro e mirato per comunicare il valore del contenuto.
  4. Sfrutta parole chiave secondarie e sinonimi:
    Inserire varianti delle keyword principali aiuta a coprire un campo semantico più ampio.

Strumenti utili per analizzare gli Headings

Ecco alcuni strumenti indispensabili per verificare e ottimizzare la struttura degli headings:

  1. Screaming Frog SEO Spider:
    Permette di scansionare il sito e analizzare gli headings utilizzati su ogni pagina.
  2. Google Search Console:
    Fornisce informazioni su come Google interpreta la struttura della pagina.
  3. SEMrush o Ahrefs:
    Aiutano a monitorare l’ottimizzazione degli headings e a confrontarli con quelli dei concorrenti.
  4. Browser DevTools:
    Con il comando “Ispeziona” puoi verificare rapidamente la gerarchia degli headings direttamente nel codice HTML.

Checklist per l’Ottimizzazione degli Headings SEO

Prima di pubblicare una pagina, verifica:

  1. Un solo H1 presente e ben ottimizzato.
  2. Gerarchia coerente: gli headings seguono un ordine logico (H1 > H2 > H3…).
  3. Integrazione delle parole chiave in modo naturale e senza forzature.
  4. Headings descrittivi: ogni titolo anticipa chiaramente il contenuto della sezione.
  5. Struttura mobile-friendly: la pagina è leggibile e ben organizzata su dispositivi mobili.
  6. Verifica tecnica: usa strumenti come Screaming Frog per controllare eventuali errori.
  7. Accessibilità: gli headings sono strutturati per essere comprensibili anche da screen reader.

Conclusione

Gli headings non sono solo un elemento tecnico del codice HTML, ma un potente strumento per migliorare la SEO, la leggibilità e l’accessibilità del tuo sito. Con una pianificazione strategica e l’uso degli strumenti giusti, puoi massimizzare il loro impatto e offrire agli utenti un’esperienza di navigazione ottimale. Assicurati di integrarli nella tua content strategy per ottenere risultati duraturi!